Certo, non basteranno l’Italia ancora sottozero per il terzo anno di seguito e lo “Snowmageddon” che travolse New York l’anno scorso a provare che il pianeta non si sta riscaldando affatto. E’ utile però andare alla radice del concetto di “riscaldamento globale” per sollevare qualche lecito dubbio. Al Gore, famoso per avere perso le elezioni contro Bush, si e’ riciclato nel ruolo di metereologo: nel famoso video che gli valse il premio Nobel per la pace, parte da un assunto errato.Mostrando due grafici a confronto illustra come la temperatura sia sempre cresciuta all’aumentare delle emissioni di CO2. Tuttavia un gruppo di 300 scienziati ha cortesemente invitato Al Gore adarsi all’ippica e lasciare che Bernacca si occupi della metereologia. Infatti, quel che il grafico dimostra ad un occhio attento e’ che cause e conseguenze sono state invertite. In sostanza, l’assunto dovrebbe essere che all’aumentare della temperatura, la terra e gli oceani emettono più CO2.
Per interepretare il Gore-pensiero basti pensare in questi termini: “ogni volta che una persona suda, la temperatura sale.” Ora, questa frase suona demenziale ad ognuno di noi, mentre la frase di Al Gore: “all’aumentare delle emissioni CO2, aumenta la temperatura terrestre” suona semmai ridicola solo ad alcuni scienziati. Purtroppo tuttavia, tra gli attivisti che scendono in piazza per “salvare il pianeta”, non figurano solo scienziati. Molti dei paladini dell’ecologismo dunque difendono una causa idealmente corretta alzando inconsapevolmente il vessillo di assunti potenzialmente errati.
A contestare Al Gore, come se non bastasse, ci pensa la percentuale di CO2 emessa dall’uomo. Viviamo col senso di colpa di quelli che stanno rovinando il pianeta emettendo biossido di carbionio, ma raramente viene menzionato che gli oceani del nostro pianeta contengono quantità talmente enormi che in confronto le nostre emissioni sono piccoli peti. Secondo alcune fonti, pare infatti che la nostra emissione totale costituisca meno dello 0,5% del biossido di carbonio presente sul pianeta terra.
Il cittadino che voglia fare chiarezza però anche sulle fonti online trova una certa confusione: il sito Wikipedia per esempio dichiara guerra sulla pagina Anidride Carbonica (nome comune del Biossido di Carbonio), per poi affermare che l’Anidrice Carbonia è “relativamente abbondante e poco costosa, ha il grande vantaggio di non lasciare residui, essendo un gas sostanzialmente inerte…”, alla voce Estintori.
Per i più sospettosi, le teoria del Global Warming potrebbe essere messa facilmente in relazione con interessi economici. Il famoso protocollo di Kyoto stabilisce in soldoni che se un paese inquina, deve pagare i paesi che non inquinano per comprare “quote verdi”. E si fa presto ad individuare chi inquina di più: Cina, India, Africa e i paesi una volta detti “in via di sviluppo”. Una tassa strumentale nella feroce battaglia economica? E’ un’ipotesi. Quel che è certo è che i paladini del buonismo di ogni campo (da D’Alema e Jovanotti) dopo avere implorato di “cancellare il debito” dei paesi africani, si ritrovano nella discutibile posizione di ritenere implicitamente giusto appioppare multe da capogiro agli stessi.
Nel 2009 poi, abbiamo avuto un nuovo passaggio: la famosa Conferenza sul Clima di Copenaghen ci ha presentato il nuovo nome del Riscaldamento Globale. Visto che l’inverno precedente aveva gelato il sedere di 2 miliardi di esseri umani, deve essere sembrato più apporpiato rinominare il problema, che così è diventato Cambiamento Climatico (Climate Change). A condurre la conferenza l’Indiano Dott. Pachauri, di cui da più parti sono stati ventilati conflitti d’interesse rispetto al tema in oggetto.
Nel complesso, è sensato pensare che esista un problema relativo alla commistione tra business ed etica della ricerca: immaginiamo di avere due ricercatori trentenni bisognosi di fondi. Uno dei due ha scelto la specializzazione in nanotecnologia mentre il secondo in metereologia. Quale azienda investirebbe in metereologia per finanziare una ricerca che dimostra come la temperatura del pianeta non stia affatto cambiando? Un investitore punterebbe dritto sulla nanotecnologia. Certo, il metereologo avrebbe però molto migliori chance di finanziamento nel momento in cui teorizzasse catastrofi climatiche che coinvolgano il mondo intero.
Per il momento Al Gore ha smesso di concedere interviste che menzionino l’Anidride Carbonica, accettando solamente domande concordate in anticipo con gli addetti stampa. Difficile prenderlo alla sprovvista: Youtube ci offre video delle sue guardie del corpo che strappano i microfoni dalle mani dei giornalisti e li allontanano vigorosamente.
Del resto ci hanno detto che internet in futuro ci aiuterà a sbugiardare le possibili balle. Mentre aspettiamo che accada, buona gelata a tutti.
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