Non ci sono mai stati tanti divieti come ora e neppure tante trasgressioni. Droghe di tutti i tipi, per essere superuomini, veri maschi, per sballarsi ed anche per curarsi, fumo, alcool, velocità. Tutto bene quindi, la vita è un paradiso… di bugie, diceva una volta una canzone. Evidentemente i divieti non servono, come non è servito il proibizionismo in America. Ricordate com’ è andata? La delinquenza ha guadagnato cifre astronomiche, con le quali ha comprato fette di economia reale e con la forza economica e la corruzione ha conquistato il potere. In poche parole il proibizionismo ha specializzato la criminalità e l’ha sdoganata, introducendola nella cosiddetta buona società. Oggi tutto è moltiplicato per mille. Pensate a quanti soldi hanno fatto i narcotrafficanti, che si sono fatti i bagni con rubinetti d’oro, ma soprattutto hanno comprato non indifferenti pezzi di economia reale. Vogliamo poi parlare di quanti di quei soldi “lavati” sono finiti nella finanza e quanti guai hanno portato? Abbiamo scritto cose orrende sui pacchetti delle sigarette, quasi cancellato i luoghi dove poter fumare, guardatevi intorno e vedrete ragazzine e ragazzini con una sigaretta in bocca. Abbiamo infiniti limiti di velocità eppure continuiamo a costruire auto sempre più veloci, in grado di superarli in seconda, poi tutti a piangere i morti del sabato sera. Dio, nella sua infinita saggezza, di divieti ne ha messi dieci e solo perché ci sovrastimava, sennò si sarebbe fermato prima. I divieti servono a chi li mette perché: o Vietare è nascondere il problema e non cercare una soluzione o Vietare è permettere ai corruttibili di fare ottimi affari con i corruttori, siccome le due categorie sono sempre presenti, chi vieta lo sa e quindi ne è responsabile o Vietare è favorire enormi profitti illeciti o Vietare è permettere di rifarsi il belletto dei buoni sentimenti , magari nascondendo altre magagne pubbliche o private Servono soluzioni che proteggano anche chi si vuole male –la parte nobile del divieto- e soprattutto gli altri. Vietare però non serve a nulla, se costruisci società, basate sul consumo, su libertà e diritti fasulli, sui soldi, come moltiplicatore della felicità, sul successo come viagra dell’onnipotenza. E’ giunto il tempo di fermarsi, non dico per riflettere, ma almeno per guardarsi allo specchio.