Che Reggio Emilia sia la maglia rosa della ciclabilità ce lo conferma Legambiente; nel 2009 Reggio svetta con ben 143 chilometri di piste ciclabili e con un rapporto di quasi 33 metri per cento residenti.
“La bicicletta ha da noi qualcosa del cane; continua compagna che si porta con sé, magari senza montarla, per arrivare a casa, al caffè che dista venti metri”, pare che annotasse lo scrittore Cesare Zavattini, sceneggiatore di “Ladri di biciclette” e originario di Luzzara, paesino sul Po.
Ma passiamo alle parole del Sindaco di Reggio, Graziano Delrio, medico endocrinologo, padre di nove figli «tutti ciclisti», come ci tiene a precisare, nonché appassionato “allievo” di Ivan Illich, colui che intuì il potenziale ecologico di questo mezzo di trasporto e cantò già nel 1973 l’elogio della bicicletta in un memorabile testo.
«Quando si parla di sicurezza in città si pensa sempre all’ordine pubblico», diceva a luglio del 2010 il Sindaco della città. «Reggio nel 2009 non ha avuto neanche un omicidio, ma nel 2004 prima che partisse il Biciplan, si sono contati 25 morti per incidenti stradali tra i soggetti deboli. Il pericolo da noi è la strada, altro che l’immigrato. Da quando abbiamo incrementato il trasferimento su due ruote questo dato negativo è scomparso».
Al di là dei numeri, difficilotti da trovare, pare a noi che se aumentano i ciclisti, statisticamente, debbano anche aumentare gli incidenti, ma è solo una teoria nostra, anche se suffragata dalla matematica.
Quello che ci turba, al di la’ delle interviste di repertorio del Sindaco, sono i danni collaterali. Intendiamo quella deriva dettata da un’ebbrezza di protagonismo che porta ad esagerare o rendere imbarazzante quanto di buono è stato fatto; come quando si è fatto 100 e bisogna per forza fare 101.
Ci riferiamo al contabici.
Pare che in città ce ne siano ben tre; uno lo abbiamo visto in Via Simonazzi, e degli altri due c’è traccia su internet. E’ un tabellone elettronico, che conta il passaggio dei ciclisti. In quello di Via Simonazzi, attivo da metà 2009, il display segna ben un milione e mezzo di passaggi. Qual è l’utilità di questi aggeggi? Registrare nel tempo il grado di utilizzo delle piste stesse.
Ora, le domande che ci facciamo sono, nell’ordine; se passa poca gente tirano via il passaggio?
O incentivano l’uso delle biciclette di Via Simonazzi utilizzando la leva fiscale?
O ci fanno un’altra bella campagna di antimaleducazione civica e inventano pure un nuovo cartello stradale di divieto all’uso dell’auto, dopo quello precedente con il divieto di orinare all’aperto?
E i ciclisti, se anche fossero aumentati, bisognerebbe ascriverne il merito alle piste ciclabili, o alla benzina a 2 euro il litro?
Ma forse, semplicemente, si tratta di una cosa così, fatta per fare 101, e che ora non si sa come far sparire.
Ma dimenticavamo di darvi l’unico vero numero che conta; l’acquisto dei tre conta biciclette ha comportato una spesa totale di 34.956,00 euro.