Gi asili più belli del mondo

asilo20nido-20110610-103208Prosegue ancora intensa la celebrazione degli asili più belli del mondo. L’ultima era stata una giornalista del Sole, che colpita dalla sindrome di Sthendal, scriveva: “ Reggio è la Città dove tutti vorrebbero avere tre anni, perché là si respirano arte e assemblee di classe, tra software e lavagne interattive, che hanno pensionato orsacchiotti e favole,” siamo in piena avanguardia pedagogica, anzi nella transavanguardia.C’è di che essere orgogliosi, anzi abbagliati, purtroppo la realtà è più modesta, se a Reggio Emilia tutti avessero tre anni non sapremmo dove metterli, visto che negli asili comunali non trovano posto neppure coloro che tre anni li hanno per davvero. I bambini che frequentano le scuole per l’infanzia sono 14.941, di questi 3.667 ( pari al 24,4%) frequentano le 144 sezioni comunali, 4.306 ( pari al 28,82% ) le 177 statali e ben 6.968 (pari al 46,64%) le 292 sezioni delle scuole cattoliche.

Rispetto all’anno scolastico 2004/2005, i frequentanti le sezioni comunali sono diminuiti tre punti percentuali, mentre sono in crescita nelle statali e stabili nelle cattoliche, come si vede l’accesso al paradiso è sempre più difficile, visto che il che oltre il 75% dei bambini cresce in piena retroguardia, tra orsacchiotti e vecchie lavagne. Se i dati economici del Sole sono altrettanto precisi stiamo freschi, ma forse non si trattavo di una inchiesta bensì, appunto, di una celebrazione.

Come per il Paradiso, anche negli asili, non si accede senza regole ed allora sono avvantaggiati i meno abbienti, ma il benessere inizia presto, fino a ventuno mila euro la retta è di 164 euro, fino a vent’otto è di 184, oltre è di 199, non grandi cifre come si vede per vivere nell’avanguardia pedagogica, tuttavia più alte di un 25% rispetto alle statali, che applicano gli stessi scaglioni. Ovviamente le rette sono un problema da porsi dopo essere stati ammessi, per la qual cosa servono punti, che si accumulano in vari modi. La priorità va ai figli di non sposati e non conviventi, punti 14, divorziati separati o in carcere per meno di cinque anni, punti 16, mancato riconoscimento da parte di un genitore, supponiamo il padre e in carcere per più di cinque anni, punti 18, è giusto che le colpe dei padri non ricadano sui figli, ma essere regolarmente sposati o conviventi, non aiuta per nulla.

In base alle ore lavorate si accumulano da nove a quattordici punti, però se uno lavora col coniuge, al massimo dodici e se è studente non più di otto. Se poi uno dei genitori è assente per lavoro tutta la settimana, racimola un modesto punto e mezzo e se entrambi fanno i turni un solo punto, è evidente che la normalità paga poco, in compenso due genitori stranieri per tre anni dal loro arrivo valgono tre punti, mentre se entrambi i genitori sono disoccupati due punti, che salgono a quattro se hanno avuto il buon senso di iscriversi nei centri per l’impiego un mese prima dell’apertura delle iscrizioni.

Poi ci sono i nonni: dodici punti se non autosufficienti, undici se risiedono all’estero, mentre se hanno meno di 67 anni valgono solo cinque punti se risiedono nei comuni confinanti, due se abitano a Reggio e zero se risiedono nello stesso stabile, il punteggio sale a sei punti se sono invalidi al 60%. E se non volessero fare i nonni perché, detestano la nuora o il genero? Le colpe dei nonni ricadano sui nipoti.

Nonni se volete bene ai vostri nipoti, dovete essere invalidi, abitare lontano, meglio se all’estero. Un bambino in un asilo statale e comunale costa alla collettività, circa 6000 euro l’anno, in una scuola cattolica 1300. Perché? Forse perché a deliberare il regolamento di cui sopra ha provveduto un cda di cinque persone, più un collegio sindacale, un direttore generale, un dirigente di settore, due funzionari delle reti educative, due impiegate dell’ufficio iscrizioni.

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