Il vescovo Galantino ai politici: guardate De Gasperi!

Mons.-Nunzio-Galantino-Vescovo-di-Cassano-Jonio-e1396123635643-273x410 Mi domando perché un discorso nobile, coraggioso (si pensi ai passaggi su de Gasperi e i vertici ecclesiastici) e intelligente come quello di mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI (che rappresenta i Vescovi italiani) su De Gasperi debba essere ancora una volta ridotto da media e politica a una frasetta. Proviamo a leggerlo tutto e a comprenderne l’intero senso. Lo si trova agevolmente sul sito www.avvenire.it . Credo ci potrebbe servire a capire che senza una politica alta e vera si muore, cioè la democrazia deperisce, ci si rimette nelle mani dei poteri forti ,economici o finaniari, oppure ad un “uomo solo al comando “ che pigliattutto, dai poteri legislativi a quelli governativi.

La lezione che doveva fare a Pieve Tesino (TN) su“ La ‘ricostruzione italiana ‘. Il modello e l’esempio di Alcide De Gasperi “ è un controbuto rilevante ,che poi non ha tenuto direttamente, per non alimentare la polemica, già aspra, nata nei giorni precedenti sul tema caldo degli immigrati e rifugiati.  Alcuni aspetti toccati dal Vescovo Galantino,  possono essere utili anche per un giudizio sull’oggi, a partire da una frase che non pare andata giù molto bene anche al premier e al suo entuorage, forse perchè toccati sul vivo “La politica di De Gasperi non è quella che siamo stati abituati a vedere oggi  vale a dire un puzzle di ambizioni personali all’interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi”. Tre sono i cardini su cui ha incentrato la sua attenzione : il rispetto per le istituzioni parlamentari, il bene comune come ispirazione della politica e della religione, una sana laicità…oltre il fanatismo  e lo smarrimento dei valori.

Il primo cardine per lo statista democristiano il grande rispetto per le istutioni ai vertici dello Stato, a partire proprio dal Parlamento. E’ si un capo di Governo, con una forte leadership, ma è capace di tenere ben distinto il suo ruolo da quello prioritario, in una democrazia rappresentativa come la nostra, del  Parlamento.Galantino dice “il suo primo cardine era il rispetto del Parlamento“ Il governo attuale fa esattamente il contrario, con una forma di presidenzialismo strisciante e con un “mare“ di provvedimenti, che lasciano ai parlamentari solo lo spazio,sempre in fretta e furia quasi che venisse giù il mondo, per ratificarli e  in cui si adombra anche la minaccia  di “mandarli tutti a casa“ se non danno il voto favorevole ,con nuove elezioni anticipate.De Gasperi è stato indubbiamente un “padre“ del nostro sistema costituzionale e lo ha applicato costantemente con grande coerenza nelle sue scelte di partito e di governo.

Un secondo cardine riposa sulla  concezione degasperiana che la politica è ordine supremo della carità, concetto poi sviluppato teologicamente da Paolo VI come la  “forma più alta “. E’ questa ragione che ha spinto il il Vescovo emerito di Cassano all’Jonio ad essere stato fin troppo chiaro (qualcuno ha scritto “rude”) negli interventi di questi ultimi giorni sui drammi dei profighi e dei rifugiati. Dice: nessun politico dovrebbe mai cercare voti sulla pelle degli altri e nussun problema sociale di mancanza di lavoro e di paura per il futuro può far venir meno lampietà, la carità e la pazienza di cercare le soluzioni migliori. L’Europa che De Gasperi ha contribuito a fondare era più generosa di quella di oggi e i suoi capi politici farebbero bene a ricordarsi da dove gli europei sono venuti e dopo quali terribili prove (seconda guerra mondiale). L’ Europa non può diventare una maledizione, è un progetto politico indispensabile al mondo, a cui la Chiesa guarda con trepidazione, come un esempio, un dono del Signore.

Il terzo punto di riferimento è quella della laicità, un tema che ancora infiamma il dibattito in Europa e nei paesi democratici, ale prese da un lato con fenomeni terribili di fanatismo e d’ intolleranza e, dall’altro, con uno smarrimento generale di valori, una mancanza di virtù che è poù insidiosa di ogni laicismo. La pazienza di De Gasperi e il suo coraggio nella ricostruzione politica, economica e civile dell’ Italia sconfitta fu il miglior regalo alla storia del cattolicesimo politico italiano :  portare la Chiesa a confrontarsi con la democrazia e fare dei cattolici italiani il pilastro di quest’ultima. Basta leggere, ad esempio, le sue “Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana“, è un opuscolo diffuso clandestinamente a firma di Demofilo nel luglio 1943. L’Italia, con lo statista cattolico, passò da essere “ il giardino del Papa “ ad uno dei Paesi fondatori dell’ Europa unita.

Il contenuto della lectio magistralis di Galatino è  dunque molto pesante, anche per quei cattolici “adulti“ , che formano il “cerchio magico“ del premier-segretario del PD. Egli prende di mira tutta la politica italiana. Dice :”I veri politici segnano la storia ed è con la storia che vanno giudicati solo da quella prospettiva che non è mai comoda, si possono percepire grandezze e miserie dell’umanità”. Non fa nomi e cognomi, ma la sparata è severissima.”Un popolo non è soltanto un gregge, da guidare e da tosare”, si legge ancora nel testo dell’intervento che, poi, fa proprie le parole di un altro “cattolico adulto, “Romano Prodi:”I populismi sono un crimine di lesa maestà di pochi capi spregiudicati nei confronti di un popolo che freme e che chiede di essere portato a comprendere meglio la complessità dei passaggi della storia”.

Quando mons. Galantino chiede una nuova forma di convivenza tra i popoli, un nuovo modello macro-economico, una nuova politica industriale e una politica dei diritti sociali più completa, certamente interpreta il sentimento della grandissima maggioranza degli italiani. Ma io credo che questo valga e debba valere anche quando aggiunge che, perché tutto ciò possa realizzarsi, è necessaria una democrazia costruita con un di più di ascolto e un di più di precisione e attenzione ai dettagli, affinché i grandi principi di uguaglianza e di solidarietà siano adattati a regole sempre nuove di giustizia, che non può rimanere una questione confinata nelle aule dei tribunali.

 

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