Yuan solido outlook macroeconomico e pandemico

Grazie anche a sofisticate misure di monitoraggio della popolazione, la Cina è stata uno dei Paesi che ha avuto maggior successo nel fronteggiare la pandemia di coronavirus e dopo aver abbattuto la curva dei contagi tra marzo e aprile, il numero dei nuovi casi non si è più risollevato in modo apprezzabile. La situazione pandemica sotto controllo ed il massiccio stimolo di politica economica hanno permesso all’economia di registrare una solida ripresa a “V”, inizialmente sostenuta dal settore industriale, dalle esportazioni (soprattutto di materiale sanitario) e dagli investimenti fissi, ma con la progressiva rimozione delle restrizioni sanitarie la guida dell’economia è passata più stabilmente ai servizi. Come conseguenza, la Cina sarà l’unica grande economia mondiale a registrare una crescita positiva nel 2020, intorno al 2%, seguita da un più sostanzioso 8% stimato per il 2021. Il supporto delle politiche fiscali e monetarie espansive è stato determinante per proteggere gli operatori economici durante il lockdown e per accelerare il ritorno alla normalità dell’attività a partire dalla primavera, ma il focus del Governo sta tornando sulla stabilità finanziaria, nel timore che condizioni finanziarie eccessivamente espansive possano gonfiare bolle speculative e ricreare squilibri macroeconomici. Per questo motivi negli ultimi mesi la linea di politica monetaria è diventata progressivamente meno espansiva e la Cina è una delle poche economie dove i tassi d’interesse sono tornati ai livelli pre-pandemia. La politica fiscale rimane ampiamente espansiva ma le esigenze di rifinanziamento dovrebbero diminuire dal prossimo anno. VIEW POSITIVA SUL CNY Il solido outlook macroeconomico e pandemico supporta strutturalmente lo yuan cinese, ma negli ultimi mesi altri catalizzatori sono emersi. Con il picco di politica monetaria espansiva ormai alle spalle, il mercato obbligazionario cinese è meno correlato rispetto a quello dei Paesi Sviluppati e l’eccesso di rendimento dello CNY rispetto al US$ è ai livelli più alti dal 2015

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