Grazie alla telefonate del falso Nichi Vendola all’ex ministro Barca, abbiamo saputo diverse cose, che dietro Renzi si agita come sempre l’ombra della tessera numero uno del PD, Carlo De Benedetti, che, come Berlusconi cura i suoi affari, senza metterci la faccia, ma soprattutto è riemerso il tormentone della patrimoniale, sostenuta oltre che dal solito De Benedetti, dalla Camusso e dai ricchi sponsor di Renzi, come i banchieri Profumo e Modiano o il finanziere Cayman, Davide Serra.
Ora se le ragioni della Cgil sono comprensibili, l’idea è di vivere tutti meglio fin che si può, per vivere poi tutti come si può, lo slancio dei ricchi si può spiegare in due modi: avendo molto danaro se ne fregano, oppure il loro danaro, come molte loro società, ha sede all’estero. Per chiarezza la patrimoniale del due per mille esiste già, si dirà: è poca cosa, ma è una tassa ulteriore su patrimoni già tassati all’atto della loro formazione. La patrimoniale è come un aumento di capitale per un’ azienda indebitata, è efficace solo se i conti sono in pareggio, allora serve per abbattere il debito, ma lo Stato italiano è ancora in perdita e sarebbe etico, oltre che contabilmente corretto, che prima di imporre nuove tasse, mettesse in ordine i suoi conti e soprattutto i suoi sprechi.
Per avere effetto sul debito italiano, i patrimoni andrebbero tassati almeno del 6%, ciò porterebbe il rapporto debito-pil al 100%, dall’attuale 130%, ma se si escludono gli immobili già molto tassati, il prelievo dovrebbe essere del 10%, per esempio 100.000 euro su un milione. Come si vede, un gigantesco salasso di ricchezza, che innescherebbe occultamento e fuga dei capitale, nonché un colossale impoverimento, perché se chi ha un milione ne risente, chi possiede 100.000 euro e ne deve pagare 10.000, ne risente ancora di più. Soprattutto ora che quel denaro fa da ammortizzatore sociale a chi perde il lavoro o non lo trova. Le famiglie sono le vere banche! Per non parlare del grande esercito del lavoro autonomo, che non ha altra tutela dei propri risparmi.
Diverso il caso dell’aumento delle tasse sulle rendite finanziarie oggi al 20%, ma per avere effetto occorrerebbe aumentare la tassa, oggi al 12,5%, sui titoli di Stato, però in quel caso sarebbe una partita di giro, l’aumento delle tasse sarebbe compensato dall’aumento delle cedole. Torniamo al punto: uno Stato ladro, sprecone e corrotto non ha titoli morali, né contabili per mettere una patrimoniale.
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