Roma è sempre stata un casino, ma ora siamo al caos. Il Prefetto Gabrielli denuncia che non funziona nulla, che i burocrati si devono dimettere, gli assessori proseguono la fuga, ma Marino deve restare al suo posto. Sarà. Anche il Prefetto tiene famiglia. Pure Renzi e la Madonna di Arezzo, la Boschi, gli hanno detto: vieni avanti Marino e lui va avanti con piccoli miracoli, essendo un piccolo santo. A Roma la corruzione è arrivata a tutti i livelli e ovunque, ricordiamo l’ultima indagine che riguarda la Rai e anche funzionari di Palazzo Chigi, cioè la sede del premier, se la magistratura decidesse di andare a fondo, avremmo un esodo di massa verso le patrie galere. Marino sarà pure onesto, ma nuotare nella m non è facile, soprattutto se il tuo partito, il Pd, è scomparso: un po’ in galera, un po’ dimissionario, un po’uscito, un po’ diretto da Orfini. Non funziona nulla, neppure gli ascensori della metro, in cui è morto un bimbo di quattro anni, ma Marino non molla, sganciato dalla realtà come una mongolfiera dalla terra, si crede capace di ogni impresa, anche se è semplicemente l’ologramma di un cacicco, Bettini, re del partito romano, vita da gran signore e villa in Thainlandia. Bettini del romano ha la parlata, la faccia e la panza. Marino, che romano non è, sembra un Savonarola in sedicesimo, a Roma non se lo fila nessuno, ora che Bettini e Zingaretti hanno le loro gatte da pelare, gli stanno approntando il rogo. Così la Madonna di Arezzo ha smesso di apparirgli e a sostenerlo è rimasto un tal frate Orfini, una volta giovane turco, ora tappetino renziano, in cambio della presidenza Pd, cioè del nulla. Dubitiamo che la coppia possa reggere un Giubileo, seppure col commissariamento del Prefetto, e Roma, sebbene sia da sempre una vecchia signora dai costumi facili, meriterebbe qualcosa di meglio e le elezioni per provare a trovarlo.
Devi accedere per postare un commento.