Nonostante la propaganda renziana, le cose non vanno come dovrebbero, il Pil non sale oltre lo 0,6 e speriamo non peggiori, però sale il rapporto deficit-Pil, che rende più difficile far quadrare i conti e chiedere nuova flessibilità in Europa, che poi vuol dire la possibilità di indebitarci ancora di più. Stiamo per decidere se va bene la riforma costituzionale, ma nessuno si preoccupa di rispettare quella attuale, che prevede il pareggio di bilancio. In questa orgia di annunci è intervenuto pure Bruno Vespa, cantore di ogni regime, dicendo che in fondo il terremoto era una disgrazia con una sua utilità, avrebbe dato una spinta al Pil. Il ministro Delrio ha prontamente abboccato, confermando a cadaveri non estratti, che era vero e che il cantiere della ricostruzione dell’Aquila era il più grande cantiere d’Europa, almeno in qualcosa siamo primi. Ora dal punto di vista economico, l’osservazione del ministro non fa una grinza, i terremoti aumentano il Pil, come ben sapeva l’imprenditore Piscitelli, che si scompisciava dalle risate alla notizia del terremoto dell’Aquila, l’economia non tiene conto dei sentimenti e ancor meno della pietas, però se siamo alla disperata ricerca di punti di Pil, ci sarebbero anche altri modi, che so chiedere ai bombardieri americani che partono per la Libia di colpire al ritorno qualche ponte, no quelli cadono da soli dopo l’inaugurazione, come Delrio ben sa. Oppure si potrebbe chiedere all’impresa italiana Astaldi come ha fatto a costruire sullo stretto del Bosforo, in tre anni e mezzo, il ponte più largo del mondo, otto corsie autostradali e due linee ferroviarie, mentre noi stiamo discutendo da una vita di quello sullo stretto di Messina. Forse i tecnici dell’Anas sono più ferrati nei ponti del weekend. Oppure si potrebbe fare Pil attuando i lavori prima e non dopo le tragedie, anche se pure i funerali portano Pil e spese per visite di Stato e lacrime di coccodrillo. I grillini accusano il ministro di mancanza di sensibilità verso i morti, sono i soliti esagerati, il ministro è uomo di fede e non ignora la pietas, ma è prigioniero dell’ansia da Pil e gli è scappato la frizione, forse come penitenza basterebbe una visita alle zone dell’Aquila e del modenese per capire che il cantiere è grande ma i progressi sono lenti.Anche la sollecitudine produce Pil e consente parate dei governanti, se poi volesse strafare ci sarebbero ancora i terremotati dell’Umbria e quelli archeologici del Belice, ma come tutte le cose vecchie, non fanno spettacolo, solo tristezza.
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