La sinistra Pd, già molto agitata, è ora in fibrillazione per l’ingresso di Verdini in maggioranza e grida “al complotto”. Ora, essendo perdenti nati, non meriterebbero più attenzione di altre volte in cui hanno gridato al lupo. Però questa storia di Verdini è intrigante, vediamo perché. Verdini, amico della famiglia Renzi, è l’uomo del Nazareno, convince Berlusconi a votare una riforma costituzionale brutta e fin qui, ok, a Silvio questi dettagli non interessano, poi lo convince a votare una legge elettorale suicida per il centro-destra, ma che consente a Silvio di rimanere in gioco come federatore e di nascondere la sua debolezza elettorale, magari non per molto, ma per quanto basta. Poi Verdini esce da Forza Italia, come Alfano e Fitto ed il Berlusca, che aveva coperto di contumelie gli ultimi due, tace sull’amico Denis. Poiché Denis è bravo e gode della protezione di Renzi, sfila deputati a Fitto, rendendolo sempre più marginale e punta nel tempo a sostituire pure Alfano. Perché Renzi favorisce Verdini? Perché Denis continua a parlare con Berlusconi e a garantire al premier di vincere, per desistenza del centro-destra. Prendiamo Roma: bastava attaccarsi al carro di Marchini, il ballottaggio era sicuro e forse anche la vittoria, il Pd non avrebbe visto palla, invece no, si candida un indagato, Bertolaso, pure inviso a parte della destra romana, che lascerà il ballottaggio contro i grillini al PD, un capolavoro. Poi c’è Napoli: avanti con Lettieri, già sconfitto in precedenti tornate ed altri ancora. Basterà attendere le politiche per vedere il disegno compiuto, magari con la candidatura Salvini. Il centro -destra sta mollando il sud a Renzi e alleati. Alle politiche Denis correrà da solo, Renzi vincerà facile, ma avendo il problema della sinistra interna, aprirà le porte agli ex berlusconiani. Cosi l’ultraottantenne Silvio, sarà al governo e alla finta opposizione. Uno si chiede perché l’ex cavaliere lo faccia, perché ci guadagnano i suoi affari: senza scossoni sta andando in porto l’acquisizione della RCS libri, si profila un accordo con Rai e Telecom per le antenne di trasmissione, nel frattempo il governo non ha toccato i tetti pubblicitari che favoriscono Mediaset. Ma non è tutto, ci vuole la benevolenza del governo perché si chiuda l’accordo tra Mediaset Premium, che va maluccio, con Vivendi e Telefonica, già dentro col 10%. Si tratta dell’antipasto dell’accordo tra Telecom, controllata dai francesi di Vivendi e Mediaset, Bollorè, è già grande azionista di Mediobanca, in cui sono presenti pure Doris (Mediolanum) e Berlusconi (Fininvest) e da li si controllano le Generali, meglio ancora se Ad diventasse il francese Donnet, ex Axa. Infine ci sarebbe il Milan: il Fatto Quotidiano insinua che mister Bee sia un prestanome di Berlusconi, se così fosse e non abbiamo motivi di credere che sia vero, non basterebbe la benevolenza del governo, ma pure la sua moral suasion su diversi ambienti. Come si vede, tanta carne al fuoco, anche tolto il Milan, val bene il sacrificio di Roma. Ora più si osserva il quadro, più si vede una logica e un filo che la tiene, cioè Denis Verdini, infiltrato di Berlusconi nella maggioranza, con il placet di Renzi. Il Nazareno è vivo e non lotta per noi. Dietrologie? Può darsi, solo il tempo lo dirà, ma per porsi domande, non occorre neppure ripensare allo stantio odore di massoneria evocato dal direttore De Bortoli, che pure c’è e non è stantio, ma bastano per leggere “l’accordo”, i fatti evidenti. Per quanto riguarda la sinistra Pd, alla fine fingerà di non vedere, i protagonisti di questa vicenda, non sono soliti fare prigionieri.
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