Pdl e Lega danno una mazzata al settore. «Persino i sindacati hanno superato a destra questi partiti conservatori e statalisti».
Più burocrazia, più tasse e maggiore discrezionalità da parte delle amministrazioni pubbliche.
Il regolamento sul commercio approvato oggi dalla commissione Attività Produttive del Consiglio regionale del Veneto «è un capolavoro di follia normativa e burocratica», afferma il capogruppo di Verso Nord, Diego Bottacin.
Insieme con i colleghi dell’opposizione, Bottacin ha abbandonato la seduta della commissione lasciando a Pdl e Lega la piena responsabilità di approvare un regolamento che non offre alcun aiuto agli esercizi dei centri storici, introduce una nuova gabella pari al 30% degli oneri di urbanizzazione per i nuovi centri commerciali e sovraccarica di burocrazia i Comuni e chi vuole investire.
«È incredibile come la Giunta abbia potuto partorire tale mostro», dice sbalordito Bottacin. «Nessuno trarrà vantaggio da questo provvedimento; ma è ancora meno accettabile che Pdl e Lega gli abbiano dato via libera».
La necessità di abbassare la tassazione per le attività commerciali presenti nei centri storici, «non è stata neppure presa in considerazione dalla maggioranza. Ormai Pdl e Lega sono stati sorpassati a destra persino dai sindacati. L’unica misura di cui avremmo davvero bisogno per rilanciare l’economia e l’occupazione è la riduzione delle tasse. Pdl e Lega si sono opposti».
Invece, hanno deciso di introdurre una nuova tassa per i centri commerciali che sorgeranno fuori dai centri storici. Un terzo di tali tasse andranno ai Comuni, il resto alla Regione che li utilizzerà per politiche di rivitalizzazione dei centri storici.
Ovviamente, parte di tali fondi saranno trattenuti per il funzionamento delle strutture burocratiche regionali, per la predisposizione e la gestione dei bandi e l’erogazione dei fondi.
Non va meglio sul fronte della burocrazia.
Da un lato si chiede ai Comuni già al limite del collasso finanziario di adeguare i piani urbanistici, dall’altro si obbligano le imprese a sottoporsi a tre nuovi livelli di compatibilità: urbanistico territoriale, ambientale e di responsabilità sociale. «Si arriva all’assurdo di dare un punteggio persino per l’impegno dell’investitore ad assumere lavoratori in mobilità o con contratti a tempo indeterminato o, ancora, l’erogazione di servizi qualitativi al consumatore” (quali?)».
L’unica cifra di tale sistema è la discrezionalità con cui possono essere assegnati i punteggi. «E in Italia, come ricorda la Corte dei Conti, la discrezionalità va sempre a braccetto con la corruzione».
«È un delirio pianificatorio», stigmatizza Bottacin, «che riduce la certezza del diritto e la stabilità normativa, due condizioni indispensabili per attrarre investimenti. Aumentano invece la confusione e l’incertezza e aumenteranno di conseguenza i ricorsi e il contenzioso. Le conseguenze sicure saranno: meno investimenti in Veneto».
Se il commercio ha bisogno di meno tasse e di meno burocrazia, conclude il capogruppo di Verso Nord, «oggi Pdl e Lega hanno dato un’ulteriore mazzata al settore, dopo aver varato, lo scorso anno la legge 50, inadatta a cogliere nuove opportunità di sviluppo».