Ormai tutto è vendibile, basta creare il marchio giusto, trovare lo spot adeguato e fare una campagna martellante. In politica la rivoluzione l’ha fatta Berlusconi. Era esperto del settore e non avendo altri meriti, ma molte necessità, impostò la vera prima campagna mediatica. Saccheggiò tutti i valori condivisi (Italia, l’azzurro della nazionale, l’anticomunismo viscerale).
Fu eletto e di lì in poi niente fu più uguale: avemmo il pullman del professor Prodi, il contratto con gli italiani siglato in diretta, le ammucchiate di centrosinistra, la rifondazione del predellino, la bocconianità delle larghe intese (Monti), e ora il governo del fare. Come si vede tutti partiti e governi brandizzati. O meglio, tanti prodotti che si definiscono governo, ma che non hanno mai governato. Hanno fatto interessi di bottega, ma vere decisioni non ne hanno mai prese. Le riforme conclamatissime, sono risultate cosucce e abborracciate, per ammissione dei legiferatori (Bossi-Fini, Fornero, Calderoli, ecc…).
Siamo alla frutta e continuiamo a spacciare cazzate per riforme epocali, e il dramma è che ci crediamo pure. In effetti la nostra classe politica è ormai formata sullo stile “venditore porta a porta” e lo vedi quando quelli della “vecchia scuola” si promuovono candidati. Il povero Bersani (si fa per dire), in campagna elettorale sembrava un villico ad un party hollywoodiano. Letta ora fa finta di essere un Monsignore e risulta un chierichetto. Per vincere ci vogliono dei Renzi (splendido venditore d’auto del midwest americano), delle Santanché esplicite che prometteranno tutto a tutti, o delle Marine con cognome blasonato e manager promosse solo da Briatore,il quale potrebbe essere tentato di far vedere quanto vale, d’altronde ,come Martin Luther King, anche lui ha un sogno.
E poi cosa si pretende se nel Paese faro della democrazia (e si capiscono allora tutti i naufragi politici degli ultimi cinquant’anni), il Presidente è il miglior collettore di voti delle potenti lobbies del petrolio, delle armi, del tabacco e di tutte le porcherie sulla terra?
La democrazia non deve essere bella, o spiritosa, o gradevole, deve essere condivisa e accettata nei diritti e nei doveri, ma questo cosa ha a che fare con dei venditori?