Uno su mille ce la fa, cantava Gianni Morandi, per dire come era dura la vita.
Per molti forse, non per gli italiani.
A sentire ad esempio l’Inps, uno su quattro ce la fa ad avere una pensione a cui non ha diritto, almeno questo dimostrano i controlli.
Abbiamo ciechi che guidano l’auto, da qui il detto guidare alla cieca, zoppi che ballano, non dico il twist, ma sicuramente il liscio e, date le percentuali, la tarantella.
Poi ci sono signori che guadagnano un paio di milioni di euro l’anno e ottengono il sussidio di povertà.
Abbiamo benestanti iscritti nelle liste di povertà, che ottengono l’alloggio popolare, non pagano i ticket sanitari e le rette degli asili. E’ evidente che iscriversi nelle liste dei benestanti non porta altro che tasse, in Italia povero è bello.
Poi i ricchi non vanno neppure in Paradiso, visto che nessun cammello è passato per la cruna dell’ago, speriamo solo che il fisco divino sia meno cieco del nostro. Insomma, una pensione d’ invalidità non si nega a nessuno, tanto nessuno paga, a parte il contribuente.
Non paga il truffatore, lui si sente invalido e sentirsi è come esserlo, non pagano i medici che le concedono, non pagano i politici che raccomandano.
E allora, avanti fino a che c’è una pensione anche per te.
Poi ci sono coloro che svolgono lavori socialmente utili o totalmente inutili. Poi ci sono quelli che dovrebbero lavorare, ma non possono, come gli spazzini di Napoli. Insomma è ora di finirla di dire che in questo Paese non ci sono opportunità, forse non potrai diventare docente universitario, anche se pure lì il merito non abbonda, ma puoi sempre diventare invalido. Meglio un asino vivo che un dottore morto.
Se sei povero, mica ti viene meno lo spirito di iniziativa, come quella signora padovana che aveva trasformato la casa popolare, a cui non aveva diritto, in un pensionato. Insomma, l’Italia è il Paese delle opportunità, da noi uno su quattro ce la fa e vi pare poco?
