Perché i ministri e Presidenti del Consiglio italiani hanno facce “aliene”? Troppo bassi, troppo alti, troppo bizzosi, troppo femmine, troppo insomma. Ma tutti in una cosa accomunati: troppo bravi a fare i cavoli loro. Tra quelli dell’ultima “nidiata” abbiamo Re-enzo, che sfracellava di pranzi chiunque passasse per Firenze (se sono vere le spese di rappresentanza), Boschi-infuocati (per le mise e l’esuberanza, si dice), che non sapeva niente di papino e solo per questo il suo governo ha salvato la Banca dell’Etruria, Pinotti-Gianni che sponsorizza la vendita di aerei a chi aiuta IS. E via di questo passo. Ultimo arriva (forse per la mole?) Polletti, che di cognome farebbe con una sola l, ma visto dove ha lavorato (cooperazione, partito, sport e via così), sta bene con due perché è d’allevamento. Puntiglioso per gli svarioni e per la new entry da Crozza, si esibisce in un triplo salto carpiato all’indietro per passare alla storia come il maxxi tonto. Cazzo serve studiare a lungo se basta essere diplomato in agraria per fare una vita di rappresentazione, intesa nel senso che rappresenta chi lavora, ma lavorare mai? Come ministro riceve dossier di mille tipi sulla disoccupazione e l’arretratezza del modello della scuola italiana rispetto agli altri Paesi. Lui sa che una laurea nel nostro Paese non ha lo stesso peso se presa al sud o al nord. Ma sa anche che per entrare nello Stato, nelle Regioni, nelle Province o nei Comuni invece c’è equipollenza. E parliamo del motore del lavoro in Italia. Sa, per esperienza personale, quanto gli incarichi extra scolastici “aiutino” per trovare un posto di lavoro, anche quello di ministro, che poi ci si campa per tutta la vita. A lui tutto è noto, anche lo sbilanciamento che in Italia abbiamo tra le lauree che portano ad un lavoro reale (non statale) come ingegneria, chimica, informatica ad esempio e altre che ti condannano a un precariato infinito (lettere, scienze naturali, biologia, ad esempio). Tutte queste cose le sa e l’unica che gli viene in mente è ” cosa studiate a lungo a fare?”. Non gli passa per la cervice che forse una seria riforma della scuola, una meritocrazia premiata, l’introduzione di campus con alloggi semi gratuiti forse aiuterebbero l’Italia a diventare un paese normale? Tutto questo non lo tange, perché lui, da giovane avrebbe dovuto essere normale, ma ha scelto di essere una cozza sullo scoglio dei partiti, che è sempre una bella scorciatoia per arrivare alla greppia. Con buona pace di tutti gli italiani che mandano siffatti personaggi a regolar la loro vita.
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