Un papabile erede di Berlusconi c’è, ma non ditelo al Pd – Peppino Caldarola

 La sinistra italiana, che amava definirsi europea, ha sempre sognato di avere di fronte a sé, come avversario e talvolta alleato, una destra anch’essa europea. Il contrario non è mai successo perché la destra, quella post Prima Repubblica, ha sempre considerato la sinistra, tutta quanta, il male assoluto. Si è trattato, come era evidente e come lo è sempre di più, di due stupidaggini. Per la sinistra vale l’antico motto di Massimo D’Alema secondo cui «non ci sarebbe alcuna ragione in Italia per stare a sinistra se non per il fatto che c’è questa destra». Il capo del “No” referendario voleva dire che dalla sinistra lui non si è mai aspettato molto anche se oggi scrive cose invero assai interessanti e rincuoranti per risvegliarla.

C’ERA UNA VOLTA LA DESTRA DEI SIGNORI. Il tema della destra è, invece, più intrigante. La destra in Italia è stata “estrema destra”, estromessa dal patto costituzionale dal dialogo con le altre forze politiche. In verità il dialogo c’ è sempre stato, in particolare con la Dc e infine con Bettino Craxi. Anche l’omaggio di Giorgio Almirante alla salma di Enrico Berlinguer rese evidente che molta acqua aveva scolorito i vecchi odi. Per la sinistra, però, la destra era la Dc. Non era vero, cioè era una semplificazione che negli anni del “compromesso storico” venne superata, al solito, in modo troppo radicale. C’era poi una destra di “signori” rappresentata da Giovanni Malagodi e da uno strano animale politico inventato da Ugo la Malfa e poi tenuto in vita da Giovanni Spadolini. Questa era destra al modo in cui piaceva alla sinistra, cioè patriottica, costituzionale, liberista ma non chiusa al dialogo con il famoso movimento operaio.

LA RIVOLUZIONE MANCATA DI BERLUSCONI. Poi è arrivato Silvio Berlusconi, il vero genio della lampada della destra. Con lui tutto è cambiato: linguaggio, approccio sociale, schieramento internazionale (Israele prima degli Usa), rapporto col popolo. Berlusconi non solo ha sdoganato tutta la destra di questo mondo ma le ha imposto un modo di pensare. Ha proposto agli italiani “una rivoluzione” che non ha fatto e per decenni ha detto che non l’aveva fatta per colpa della sinistra, di Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini, ma soprattutto dei giudici. Un po’ di vero in questo guazzabuglio c’era, ma la sostanza è che Berlusconi non è stato capace di fare alcuna rivoluzione tranne quella della politica, dei linguaggi e del rapporto col suo popolo.

Il fondatore, nel bene e nel male, dell’Italia di oggi è Berlusconi

Il linguaggio è diventato diretto, simile a quello usato “dal basso”. Il rapporto con il popolo ha superato il modello di amore che rasentava la fede del mondo comunista per diventare identificazione nel modello di successo. Tutto il resto che è venuto dopo, Beppe Grillo e Matteo Renzi compresi, nasce da qui. Il fondatore, nel bene e nel male, dell’Italia di oggi è Berlusconi. Solo che il Cav per ragioni di età, per colpa dell’inabilità politica inflittagli dalle sentenze, non tocca più palla.

ORA PERSINO TOTI GLI FA LA FRONDA. Persino Giovanni Toti, il governatore della Liguria, gli fa la fronda. Ed è tutto dire. Questo Berlusconi è anche insidiato da due “figurette”, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che da lui hanno imparato l’estremismo e le insolenze ma non hanno voluto prendere anche l’altra parte, cioè la spinta moderata a cercare qualche compromesso, a non pigiare troppo sull’acceleratore. Berlusconi ha guidato il suo Tir in modo spericolato ma lo ha tenuto in strada e non ha ferito nessuno. I suoi due successori non hanno la patente.

PARISI È FUORI GIOCO. La destra quindi, quella che piace alla sinistra, non la può fare nessuno. Non la può fare Berlusconi, perché oltre gli handicap che ha non saprebbe fare una destra neo-fascista né una da educande. Non la può più fare Stefano Parisi, proprio perché è stato troppo un’educanda. L’avrebbe potuta fare Vittorio Feltri, l’unico in grado di proseguire sulla strada di Berlusconi e scavalcare Grillo, ma il direttore di Libero ama la bella vita e detesta le complicazioni (dagli torto!). Serve quindi qualcun altro. Forse questo qualcun altro che possa mettersi in testa di fare la destra europea di governo c’è. Non dico il nome sennò nel Pd succede un casino.

 

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