La dichiarazione di Trump a favore di Gerusalemme come capitale di Israele sembra aver colto molti di sorpresa. Molti che evidentemente hanno la memoria corta e che non sempre leggono con attenzione le notizie sulla politica estera della Casa Bianca. Vediamo se tutto si tiene.
Primo: Israele é stato un grande finanziatore della campagna elettorale di Trump e lui nel 2016 aveva già promesso questa sua dichiarazione.
Secondo: il saldarsi, come vuole la nuova amministrazione USA, dei rapporti tra israeliani e sauditi, implica che almeno metà del mondo arabo non insorgerà fattualmente contro questa presa di posizione. A Trump, e compagnia bella, non interessa niente la pacificazione del Medio Oriente, a meno che non si riesca a far “saltare”Assad e ad isolare l’Iran. “Casualmente” questo é anche la volontà dell’Arabia Saudita, che prima ha finanziato il terrore (torri gemelle comprese) e poi l’ha combattuto, ma sempre e solo in funzione anti Iran, in pratica sta combattendo una guerra di religione e cerca di “attrarre” tutti quelli che ci stanno sulle sue posizioni. Questo comporta attentati e rogne per l’Europa che però non prende mai posizione contro questo stato di cose, in parte per deferenza verso gli Stati Uniti, in parte per i tanti soldi che fa vendendo armi a tutti e in parte per la paura di dipendere troppo dal petrolio e metano russo.
Terzo: la politica arrembante di Israele che , con governi sempre più dipendenti dalla destra integralista, vuole la testa di Assad a tutti i costi e vuole essere l’unica in zona ad avere l’atomica e a NON far nascere uno stato palestinese, soprattutto in vista di potenziali allargamenti dei suoi confini. Non é da sottovalutare a questi fini la “necessaria” debolezza di Siria ed Egitto. Inoltre la causa israeliana in Europa vive più del senso di colpa, che di reale condivisione degli ideali. E anche qui non é certo un caso che le destre più oltranziste della UE siano tutte (con una capriola storica) a favore degli ebrei.
Quarto: i soldi, i tanti soldi di cui ha bisogno la famiglia Trump. Lui, nelle dichiarazioni post elezione aveva dichiarato un suo debito complessivo di 350 milioni di dollari, scordandosi dei 300 che deve alla Deutsche Bank, ma questi sono i suoi debiti. Poi ci sono quelli dei figli (soprattutto di Jovanka) e infine quelli di suo genero. Già, il suo emissario speciale per l’estero, pare abbia un debituccio di mille milioni ( un miliardo) di dollari per una speculazione immobiliare non andata a buon fine a Manhattan. Alla fine qualcuno gli ha suggerito che i sauditi, se imbeccati correttamente, potevano tirarlo fuori dalle peste e, il viaggio a Riad, propedeutico alla messa al bando dei principi corrotti, pare abbia fruttato un investimento, a titolo di simpatia, che lo mette al coperto dalle ansie economiche. Dietrologie? Forse resta il fatto che Trump ha buttato una bottiglia incendiaria in un barile di benzina e siccome non è stupido, a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca.