Tridico, il ministro indicato da Di Maio per il ministero del lavoro, propone una ricetta molto diversa dal sistema attuale per rilanciare il lavoro in Italia. Reintroduzione dell’articolo 18 sopra I 15 dipendenti, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario nelle aziende robotizzate, riduzione della flessibilità del lavoro e dei contratti a termine, sussidi solo per le aziende innovative e altre idee. Ora i complessi problemi introdotti dalla globalizzazione, salari bassi, precarietà, delocalizzazioni, aumento delle disparità sociali, non sono di facile soluzione e comunque I 5 Stelle cercano di fare ragionamenti globali e a volte interessanti. Su queste idee di stampo socialdemocratico pre blairiano, vorrei dire che stanno in parte, solo in parte, trovando applicazione in una Germania che presenta un avanzo commerciale spaventoso. La reintroduzione dell’articolo 18 se ha un senso, dovrebbe valere per tutti I lavoratori: è infatti nelle piccole imprese dove si hanno meno tutele e dove è assente il sindacato, un paese serio dovrebbe avere norme universalistiche e che non creano disparità. Come del resto la sua abolizione dovrebbe riguardare tutti, anche i dipendenti pubblici. Vero che la sua abolizione non aumenta l’occupazione, ma il suo mantenimento aveva creato parecchie distorsioni. La robotizzazione spinta delle fabbriche italiane è una conseguenza dell’alto costo del lavoro, bisognerebbe diminuire quello per favorire l’occupazione, non gravare sulle imprese costi impropri, che potrebbero essere sopportati dagli esportatori, il 35% circa, ma non da chi lavora per il mercato interno e nel caso che cambiasse la congiuntura, la ricetta per difendere i posti sarebbe quella di tagliare gli orari? In Germania lo hanno fatto per un settore automotive che macina utili impressionanti, ma quando il settore era in crisi tagliarono I salari, oggi sono garantiti dal fatto di avere imprese globali e leader, in Italia si contano sulle dita di una mano. Investire sulle aziende innovative è giusto, ma la nostra è ancora una economia old e dobbiamo difenderla, chiudere l’Ilva per vagheggiare economie digitali o green, ci costerebbe caro, bisogna tenere insieme il sistema ed accompagnarne l’evoluzione verso la new economy, ma non si vive di sole app. Resta poi da discutere delle politiche di previdenza e assistenza. Abolire la Fornero si può, se le risorse vengono trovate dentro il sistema pensionistico, dove esistono molte storture e diseguaglianze, altrimenti si continua nella logica di costruire un paese per vecchi. Infine, per quanto riguarda l’assistenza, il reddito di cittadinanza si deve accompagnare ad una drastica riforma delle politiche attive. Oggi i centri per l’impiego sono dei carrozzoni che trovano lavoro a pochissime persone, oltre a se stessi, hai voglia di sperare che possano fare due o tre proposte ad un disoccupato, coi loro ritmi raggiungerebbe prima la pensione di vecchiaia. Infine se non si creano le condizioni burocratiche e fiscali per rendere conveniente l’investimento in Italia, le aziende non solo non vengono, ma se ne vanno. Ricordo che l’Irlanda, durante la crisi post Lehman, si rifiutò di alzare le tasse sulle imprese che erano al 12% e preferi tagliare di un terzo gli stipendi dei dipendenti pubblici e oggi cresce del 3% annuo. Insomma, non solo non abbiamo i soldi tedeschi, ma non esistono ricette facili. Detta semplicemente, neppure I 5 Stelle possono avere la botte piena e la moglie ubriaca, in un mondo dove non esistono pasti gratis.