Tosi si mette in proprio

tosi01g-294x225Pare proprio che Flavio Tosi, sindaco di Verona, abbia deciso di presentare, al fianco della Lega, liste civiche che fanno riferimento a lui. Bossi ha bofonchiato la sua contrarietà, per il momento senza risultato. La questione guardata con occhio distratto, non pare rilevante: ovunque si presentano liste civiche e, posta così la questione, non si capisce l’opposizione di Bossi.In realtà il gioco di Tosi è molto più sottile, in primo luogo si è smarcato dalle posizioni oltranziste della Lega e dalla difesa di uomini compromessi, come il presidente del Consiglio Regionale lombardo, Boni, coinvolto in una storia di tangenti. Questo gli ha aperto le porte dei salotti della sinistra, sempre pronta ad uccidere il vitello grasso per i profughi della destra, come si è visto con Fini, senza indagare troppo sulla sincerità di certe conversioni.

Ciò è propedeutico alla sua idea di vincere le elezioni, correndo senza il Pdl, per poi spaccare la Lega e governare coi voti degli ex leghisti, delle liste civiche, di qualche berlusconiano pentito e del Pd, che non avendo la forza di governare in proprio, è sempre pronto a fare il donatore di sangue. Passi per ex democristiani, vendoliani e dipietristi, ma arrivare fino ai leghisti è un po’ grossa.

Dimenticavo la favola dalemiana della Lega costola della sinistra. Con questa chiave universale, vanno bene tutti, anche quelli che vengono dall’Msi o da Ordine Nuovo.

Comunque sia, il disegno del sindaco veronese pare questo e questa è la ragione per cui il Bossi è inquieto.

Si sa, le frane iniziano col distacco di un masso e questa volta non è il Senatur che caccia i reprobi, ne ha cacciati tanti ed avrebbe cacciato anche Miglio, se non fosse morto. Questa volta è un suo generale che marcia, non diremo su Roma, ma sul parlamento della padania, per cacciare lui, il vecchio re Lear.

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