Il Presidente Mattarella ha dato lo start, finalmente si vota, anche se con una legge elettorale che rischia di consegnarci a un destino spagnolo: nessuna maggioranza dopo il voto e pure dopo aver rivotato. In un tripolarismo quasi perfetto, l’ unico sistema elettorale efficiente è il doppio turno con ballottaggio, non certo un proporzionale, corretto da una spruzzata di maggioritario. Ora, ritrovarsi dopo il voto senza nessun vincitore, non sarebbe un dramma in una repubblica parlamentare, se non fosse che nessuno dei contendenti si dichiara disponibile ad allearsi con gli avversari in caso di necessità, sempre sperando che ci siano i voti. In Germania sono mesi che cercano una maggioranza e, come in Spagna la troveranno solo se i socialisti accetteranno di sostenere ancora una volta i popolari. Da noi, a leggere i sondaggi, ma anche l umore del Paese, il centrodestra arriverà primo, anche se in una formazione a quattro partiti, mettendo insieme ciò che in Europa è diviso, cioè i popolari di Forza Italia e di Noi con l Italia e la destra di Lega e Fratelli d Italia. Non si tratta di una novità, ma nelle elezioni passate il dominus erano i centristi, ora le forze si equivalgono e allora i programmi diventano determinanti, non solo per governare, ma anche per essere così credibili da raggiungere la maggioranza assoluta. Qui cominciano le dolenti note, il protagonismo di Salvini, se pure ha rilanciato una Lega morente, oggi rischia di allontanare gli elettori centrali, determinanti per la vittoria, con proposte come l’ abolizione della legge Fornero o il rifiuto di accogliere i centristi che sono determinanti per vincere in molti collegi del maggioritario. Pensare alla propria gloria, ignorando le alleanze è stato pure l’errore di Renzi, si vede che il nome Matteo non porta bene. Al muscolarismo di Salvini si contrappone il tatticismo manovriero di Berlusconi, miracolosamente ancora in piedi, ma non certo quello degli anni d’oro. Se sarà moderato nei comportamenti, non nelle idee, il centrodestra potrebbe vincere, altrimenti sfiorerà la vittoria ed esploderà, perché non ci saranno i numeri né per un’ alleanza dei centristi col PD, né dei leghisti coi 5 Stelle. Una cosa si può affermare con ragionevole certezza: per quanto indebolito, Berlusconi e i suoi alleati centristi arriveranno prima della Lega e il sogno di Salvini premier tramonterà prima di nascere.
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