Giuseppe Conte si guadagna un pò di futuro

Di Giuseppe Conte si possono dire molte cose, alcune delle quali negative. A cominciare dal suo tasso di trasformismo, che rischia di oscurare pure un campione della specialità come Agostino Depretis, ma non che il piano Next generation Ue, con cui l’Europa destinerà all’Italia 172 miliardi di euro, non sia frutto anche della sua abilità di mediatore e che rappresenti forse il successo più grande dei suoi ventiquattro mesi di governo.

A Palazzo Chigi non è passato inosservato il silenzio della Lega, spiazzata dal successo della linea franco-italiana. Pur con tutti i se e i ma, Massimo Garavaglia, già viceministro all’Economia, ha dovuto ammettere che l’aiuto è ben accetto e Matteo Salvini non ha potuto far altro che martellare sulla tempistica dell’arrivo dei soldi, senza aver nulla da dire sulla sostanza dell’accordo. Salvini deve cambiare modulo di gioco se vuole arrivare al potere. In un quadro europeo che cambia e dove l’euro diventa insostituibile, essere alleato dei lepenisti è un errore, non agli occhi della sinistra, ma dei sui elettori, infatti la Meloni che pure rappresenta un elettorato meno liberale, sta nel gruppo dei conservatori. Dovendo scegliere se indebitarsi con L’Europa o emettendo nuovi Btp, meglio la prima soluzione, i tassi da pagare saranno ragionevolmente più bassi e se la condizione è fare la riforma della giustizia e della burocrazia, meglio ancora. Queste due super caste stanno affossando il Paese e pensare di governare senza averle riformate è una pia illusione. Se poi i prestiti saranno finalizzati a progetti concreti e non a bonus a pioggia, Salvini e il centro-destra dovrebbero ancor più essere a favore, con i redditi e i bonus dei grillini e di certa sinistra, si compra tempo, mentre il Paese si deindustrializza.

La negoziazione sarà lunga e laboriosa, ma contribuirà a puntellare il governo, allora la miglior garanzia di durata di Conte sarebbe un’opposizione che non chiede alla maggioranza un tavolo per riscrivere le regole e fare le riforme assieme. Solo i grillini non lo vogliono: decreterebbe la loro fine e quella di Conte, ma questo è il terreno dove il centrodestra può costruire una vera vittoria. Non bisogna guardare all’estate, ma a settembre quando la cassa integrazione finirà e inizieranno i licenziamenti, allora vincerà chi saprà proporre al Paese una credibile via di rinascita, altrimenti il discredito che investirà il governo, colpirà anche l’opposizione.

 Il Premier conta proprio sul Recovery fund per tirare fuori dalle secche il Paese. La promessa di un gettito considerevole per il 2021 è un’arma per combattere in un autunno in cui si ballerà e per resistere nel 2021, quando il gettito delle imposte crollerà. Con un referendum sul taglio dei parlamentari che incombe, Conte si sente non solo rafforzato, ma anche in qualche modo rilegittimato nel proseguire la propria azione, ben sapendo che i 5 Stelle dovranno ingoiare tutto fino all’alleanza strategica col Pd, con il nostro premier come leader e che i renziani,  votando in aula per mandare a processo Salvini, perderanno ogni residua credibilità. Il capolavoro di Conte è aver usato i 5 Stelle come un taxi e aver cambiato la natura del Pd, approfittando della governite acuta che affligge quel partito. Se Salvini non capisce che il gioco è cambiato, non solo sarà sconfitto, ma perderà se non Forza Italia, certo i voti dei moderati. I sondaggi sono chiari: la destra classica va verso la Meloni e Forza Italia ha smesso di scendere. L’unica che paga pegno è la Lega.

Non serve ora parlare di flat tax, l’enorme debito non lo consente, ma bisogna proporre l’idea di un Paese moderno, con il dimezzamento dei Comuni, l’abolizione o la drastica riduzione delle Province, con regole semplici e una burocrazia ridotta nei numeri e diciamolo pure, negli stipendi. Meno autorizzazioni e più controlli, meno redditi e più lavoro, meno spesa corrente e più investimenti e una giustizia seria, non quella attuale, dominata dai pubblici ministeri e di cui ormai si fa fatica, magari sbagliando, a fidarsi. Una magistratura apicale, che è connessa con un solo partito, il Pd, come dimostrano intercettazioni e chat e questo spiega perché nelle regioni rosse le indagini siano così poche. Questi sono i campi in cui sfidare Conte e la sua maggioranza, sapendo che queste cose faranno fatica a farle, ma altresì sapendo che non solo sono necessarie, ma che pure l’Europa ce le chiede, così come le chiedono i produttori di ricchezza, che in gran parte votano Lega.

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