Storie americane

donald-trump-e-hillary-clinton-472x350 Parlo delle elezioni americane. Fatte di nessun contenuto, di molte barzellette, ma sopratutto di insulti chiari e di meno chiari accordi sottobanco. Per mescolare le carte di un’America sempre meno bianca, sempre meno ricca, sempre più divisa sono stati “inventati” due candidati di cartapesta. Il carnevale quest’anno non é andato di scena a New Orleans, ma in tutto il paese. I repubblicani di Washington hanno dovuto subire lo schiaffo di un truzzone con una specie di gatto morto sulla testa che parla  Cetto Laqualunque (Albanese) : meno tasse e più pelo. I signori della capitale, che stanno rifondando il partito sui voti degli immigrati che pesano (i latinos, non i negri) hanno ingoiato il rospo, tanto sanno che poi i conti si fanno a casa loro e con lui perdente come presidente, ma che gli conserverà (molto probabilmente) la maggioranza di Camera e Senato, continueranno a farsi i cazzacci loro, in combutta con quelle belle lane dei democratici, che essendo riusciti a schivare l’elezione di Sanders (ma anche di Byden) e mettere sul Trono la CC (Cornuta consenziente) Hillary, avranno agio di fare tutto lo schifo di cui saranno capaci. La democrazia l’é morta? Mah per morire bisognerebbe essere vivi e da quelle parti di vivi se ne vedono pochini. Siamo ormai al pasaggio di testimone tra parenti . Prima Bush padre e figlio e meno male che  hanno trombato lo spirito santo – Jeb Bush, ora i Clinton marito e moglie. Già si paventa una possibile Michelle, per il prossimo giro di valzer.  Tutto chiaro da mesi, tutto chiaro anche nella settimana della Grande Paura (quella della rimonta di Trump), ma poi é venuto il lunedi del villaggio e dopo la pioggia il rimbalzo secco in borsa. Abbiamo già la nuova favola, la lotta dei titani, la vittoria della giustizia, che ha sempre la spada in mano. Ritorneranno di moda i russi che mangiano i bambini e i Turchi che ci minacciano. Fateci caso sino a tre mesi fa il PKK (partito comunista curdo) era in occidente il male assoluto (e noi italiani abbiamo consegnato, con l’inganno, Ochalan, il suo capo, ai servizi segreti turchi), oggi sono i liberatori che sconfiggono Isis. Finita la Siria, si sta già  pensando ad uno stato turco, per mettere zizzania tra Russia, Turchia, Iran, Iraq, Arabia Saudita e Israele. Stiamo insomma preparando il terreno ad un altro bel premio Nobel per la Pace come quello che abbiamo rifilato ad Obama. Ora scegliete voi se vi pare, ma non scegliete i mascheroni che passano sui carri del carnevale e non cadete  nei richiami, come fanno quegli uccelli che per dare ascolto a “canti d’amore” finiscono per beccarsi una fucilata.

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