Noi quando in piazza, tanti anni fa, gridavamo « pagherete caro, pagherete tutto », lo speravamo perché troppo, secondo noi, avevano pagato tutte le generazioni che ci avevano preceduto. Invece non avevamo ancora visto nulla, povere anime innocenti (si fa per dire). Si è chiuso il processo sul Monte dei Paschi con una condanna “spettacolare” : tre anni e mezzo a Mussari. Lo sputtanamento della terza banca italiana, che nessuno vuole acquistare, è costato alla comunità in termini finanziari decine di miliardi di euro, al cui confronto i quattro di “minusvalenza” sull’acquisto di Antonveneta sono bruscolini. Non va dimenticato nel conto che ci ha quasi lasciato le penne Unipol, con la scalata finita a schifio di BNL. La colpa ? Facile : MPS si era messa di traverso. In termini di immagine del Paese, una rovina, all’estero hanno visto con che spregiudicatezza ci si faceva del male per tornaconto personale e gli investitori non amano collocare quattrini dove, dall’oggi al domani, la tua banca sparisce, o giù di lì.
E poi non amano neppure un pase dove i “grembiulini” non rispettano niente, neppure le logge massoniche universalmente riconosciute. Una specie di storia di veleni curiali, come spesso accade in quella città con un orgoglio spaventoso e inversamente proporzionale al potere reale. Tutto era chiaro da decenni, ma la magistratura distoglieva lo sguardo. Perché questo colpevole ritardo ? Forse perché in certe lande il potere è monolitico e tutti i capoccioni (=caporioni) ne hanno vantaggio. Eppure per tutto ciò, Mussari ha avuto tre anni e mezzo. E perché qualcuno dovrebbe venire ad investire, se ci sono leggi in cui, se sfasci la terza banca del Paese, ti becchi una condanna del genere? Solo se sei malavitoso vieni. A questo siamo : un paese sulla black list delle pene finanziarie.
Ma tutto si lega : se ti governa per circa vent’anni un signore che pensa a “oscurare” la provenienza dei suoi capitali e se il partito di opposizione, nello stesso periodo è circa diretto da un signore molto amico dei toscani, poco degli emiliani, con una prepotente voglia di apparire, ma senza fare troppa fatica, allora è facile che si creino combines o, come passeranno alla storia, inciuci. E allora tutto è derubricato, tutto è lecito, tutto è oscuro e quell’azzimato ballerino da tabarin continua a trovare fessacchiotti che seguono le sue pensate. Speriamo che il nuovo astro nascente non si metta pure lui negli stessi traffici, anche se le frequentazioni non sono proprio cristalline.
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