Sindaco a Reggio Emilia. Il Vecchi che si ripresenta

 In vista delle elezioni amministrative del prossimo anno, sui giornali cartacei e on-line, comincia a trapelare la notizia del prossimo annuncio della ricandidatura del sindaco Vecchi. Molti nel Pd lo pensano inadeguato come sindaco e assai poco carismatico come candidato, in un’ elezione che vedrà con molta probabilità il Pd andare al ballottaggio, dove si tratterà di difendere uno degli ultimi castelli del potere, dopo la caduta di Siena, Pisa, Massa e Imola, un tempo ritenute inespugnabili. Però la debolezza di un candidato, nei momenti di confusione, come quello che attraversa il Pd è un vantaggio: Vecchi non è amato, ma non suscita neppure particolari opposizioni, poi sostituire un sindaco dopo un solo mandato significherebbe dare un giudizio negativo su tutto il partito. Un’autocritica che sarebbe pericolosa, per un Pd che non ha ancora capito perché ha perso le elezioni politiche. Forse in un’ epoca poco lontana, i renziani un pensierino a sostituirlo lo avevano fatto, ma oggi sono più in confusione delle correnti di minoranza e il felpato Delrio si sforza di mostrarsi muscolare, attaccando il premier Conte prima e ora Salvini, ma è il ruggito della pecora. L’ex ministro grida in difesa dei migranti e delle Ong, mentre elogia l’operato di Minniti. Insomma, se Salvini è un “bastardo”, non puoi contrapporgli Minniti, devi avere il coraggio di dire che prendi tutti, ma i nostri buonisti questo coraggio non l’hanno. E’ perciò naturale che Vecchi avanzi e con lui  tutto il vecchio sistema che domina da sempre la Città. Insomma, il Vecchi che avanza, ancora una volta, chiede i voti per conservare il potere dei soliti noti, i privilegi dei soliti noti, le solite ingiustizie. Reggio è una città sicura secondo il Pd, ricordate il tutte balle dell’allora sindaco Delrio? Però non è vero, certo non è il Far West, ma oltre alla ‘ndrangheta, la città ha visto proliferare spaccio e prostituzione in alcuni quartieri anche in pieno giorno, gli immigrati hanno aiutato la nostra crescita economica, specie in passato, ma hanno anche aggravato di molto i problemi della sicurezza. Basta leggere la cronaca nera sui giornali locali, per rendersi conto  che la percentuale di extracomunitari che delinquono è più alta rispetto al numero totale. Del resto basta informarsi sui prezzi degli immobili in certi quartieri, per rendersi conto che aldilà della retorica dell’integrazione abbiamo dei ghetti. Inoltre i primi ad essere “incazzati” sono spesso gli immigrati, in particolare dell’Est, di più antica data, che in quelle zone avevano comprato le case. In via Turri persino i silenziosi cinesi lamentano problemi di sicurezza. Reggio è, grazie al Pd, anche più povera: dirette dalla meglio burocrazia del partito, almeno una decina di grandi coop sono fallite, con perdita di posti di lavoro e risparmi, senza che si aprisse un’ indagine, così vanno le cose. Possibile che non ci sia stato neppure un piccolo falso in bilancio? Certa resta però la responsabilità  politica del partito e delle sue classi dirigenti, visto il sistema di porte girevoli. Fallite pure molte iniziative promosse dal pubblico: le Fiere di Reggio, Reggio Innovazione o mai decollate, come l’aeroporto, servite per anni a dare strapuntini a trombati e stipendi a presunti manager, anche per questo Reggio è più povera. Del resto anche nel privato sono nate poche imprese di rilievo, mentre l’elenco di quelle vendute a stranieri si è allungato: Lombardini, Reggiane, Brevini, Cellular Line, Nuova Castelli, ecc..Certo non è un compito del sindaco, ma non se n’è neppure parlato. Per Vecchi, fallite le coop, l’economia è solo Reggio Children, anche sulla Reggiana calcio il sindaco ha prodotto il nulla. La ripresa economica degli ultimi anni, che da noi è forte, maschera queste rughe, che riemergeranno alla prossima recessione, ma qui riprese e recessioni si susseguono, nell’immobilismo più totale. Però dobbiamo ammettere che il motto di Vecchi, giunco chinati che passa la tempesta, per ora ha pagato: dell’affaire della sua casa non parla più nessuno, le domande di trasparenza rivoltegli dal direttore della Gazzetta, sono rimaste senza risposta e temiamo che il direttore non le riformulerà. Per questa acquiscenza che si respira in una Città conformista, in cui anche le opposizioni sono deboli e frenate, è probabile che il Vecchi vinca nuovamente. A leggere i giornali a lui vicini, gode dell’appoggio di Unindustria, i commercianti non sono ostili, dopo la fulminea apparizione e scomparsa della loro Presidente alle precedenti elezioni amministrative e pure il Vescovo lo ha più volte difeso. E’ fatta, si potrebbe dire, se non fosse che erano gli stessi pilastri del potere a Siena e si sono rvelati fragili. Il nostro aprirà la sua campagna, come sempre, con una serata al Rotary Club, dove tra una portata e l’altra non si parlerà di argomenti spiacevoli, come operai, disoccupati, sfruttamento, precarietà, emigrazione di giovani. In fondo è  gente che non è a la page e non partecipa ai galà.  Per concluderla con un icontro con gli imprenditori, sotto la bandiera di un neo-liberismo blariano, già morto da tempo. Consiglio al sindaco una visita guidata alla mensa dei Cappuccini, per vedere un povero dal vivo, ma breve, tanto quelli non contano e soprattutto non votano. Per il Pd sarebbe ora di cambiare, ma il coraggio uno non se lo può dare.

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