Leggendo il curriculum del ministro, sono restato sbalordito e ammirato.
Quando ho sentito l’intervista fatta da Minoli, invece basito.
“A scuola bocciare è controproducente”, “ la selezione vera avverrà al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro”, “ le classifiche sull’apprendimento sono inutili, bisogna valutare i singoli”. Queste sono alcune delle perle dispensate, e perle erano, perché anche Minoli, uomo navigato, era stupito assai.
Dopo lo stupore è venuta la rabbia. Che lei la pensi a questo modo, niente di male, che un ministro dell’Università e della Ricerca scientifica dica queste cose, è come minimo strano.
Sarebbe come dire : fate tutti i pastori e continuate a fare dei cerchi, prima o poi un Cimabue passerà.
A parte che la storia del pastorello Giotto e di Cimabue, che gli vede fare un cerchio perfetto a mano libera, è appunto una favoletta (la verità è che il padre di Giotto lo mise a bottega da Cimabue), resta questo senso di Provvidenza manzoniana o di destino della Riforma nelle affermazioni del ministro, che par dire ai professori “non ti curar di lor, ma guarda e passa”. Certo bocciare appesantisce la scuola e fa aumentare i costi, ma non bocciare ingrassa il pubblico dei reality e il gap con i paesi avanzati.
Che la selezione poi, la faccia il mondo del lavoro e non la scuola, è quantomeno bislacco, perché sottintende : università, laureate tutti, così tanti si iscriveranno e avremo più soldi. Quanto poi alla qualità, alle false aspettative dei ragazzi e delle famiglie, ai disoccupati cronici di tutte le facoltà che sfornano persone di cui né il pubblico, né il privato hanno bisogno, a tutto questo metteremo mano dopo, magari immettendoli nella scuola o nella pubblica amministrazione con concorsi. Che appena fatti, qualcuno contesterà e qualche TAR annullerà o rimarranno nei numeri prima della disoccupazione giovanile e poi della disoccupazione tout court.
Sulle classifiche aveva chiaramente la coda di paglia : sono appena uscite le statistiche del PISA e l’Italia in media è messa male, e ancora peggio se si divide nord da sud, ma lei cosa c’entra ? Sono i “suoi” che insegnano e se si lasciano liberi i freni, la sua prima affermazione giustifica la terza, passando per la seconda.
La nostra industria ha bisogno di geni, se lei lo è, si accomodi, al ministero abbiamo bisogno di un mondo normale che corregga tutte le alzate di ingegno precedenti e che ci dia una scuola più simile a quella dei paesi dove chi si laurea trova posto e con una remunerazione non offensiva.