Piange Crocetta, dopo la rivelazione di una telefonata con il suo medico personale, tal Tutino. Urla al complotto contro di lui e Lucia Borsellino, che il medico voleva morta, come suo padre, il giudice. Minaccia di uccidersi, nega la telefonata, a questo punto fantasma, ma non si dimette. Il suicidio si, le dimissioni no. Questo ci dà la scala valori di certi politici. Ora, a prescindere dall’esistenza o meno della telefonata, le intercettazioni rivelano che Crocetta era circondato e condizionato da Tutino e dai suoi sodali. Il medico arrestato per truffa ai danni dell’Asl era il “Zangrillo” di Crocetta e Ingroia, gli eroi dell’antimafia curati da un truffatore, roba tipo lo stalliere di Arcore. Ammesso che il presidente siciliano sia estraneo a tutto, resta che la Sicilia è in fallimento, messa in Crocetta da otto miliardi di debiti, da una burocrazia avida e incapace, da ponti che crollano un’ora dopo il collaudo e da una sanità che genera affari e morti , che costa 170 milioni di euro per cure fuori regione. Sarà un caso, ma la mafia non ha mai ammazzato gli antimafiosi da salotto televisivo, vedi Orlando, Crocetta e Ingroia, diciamo per fortuna, ma forse i mafiosi temono di più chi controlla gli appalti, sequestra i beni,i ecc…Il governatore Crocetta se ne deve andare per una sola ragione, anche se fosse immune da tutte le altre colpe, è l’ultimo responsabile del fallimento di una regione, messa peggio della Grecia e dove si continuano a favorire vecchie pratiche, che se non sono mafiose, sono clientelari. Lì si può buttare il secchio dell’acqua sporca, senza timore di gettare il bambino, quello se lo sono già preso da tempo.
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