Le banche italiane, nonostante l’elevata performance registrata a piazza Affari da gennaio, trattano ancora con multipli inferiori al valore di libro (0,89 il tbv 2015) e, secondo gli analisti di Société Générale, potranno trarre vantaggio dalle riforme attese nei prossimi mesi, oltre che dal processo di consolidamento delle popolari, accellerando la ripresa della redditività del capitale. Chi comprare e chi vendere
1) Intesa Sanpaolo. Target price di 3,65 euro (+14%), con rating buy (comprare) perché sebbene i multipli borsistici sia alti, le prospettive di crescita sono decisamente attraenti. La Banca dei Territori è valutata 1,7 volte il Tbv (il valore di libro tangibile), la divisione corporate 1,8 volte e le banche internazionali 0,8. Il business dell’asset management (Eurizon+Fideuram) è stimato 19 volte l’utile (p/e). Il prezzo obiettivo riflette 10,8 miliardi di euro di capitale in eccesso. Il rendimento della cedola è 3,7% nell’esercizio 2015 e 4,6% nel 2016. Il titolo, che capitalizza 52,6 miliardi di euro, ha evidenziato una performance del 28% negli ultimi 12 mesi e 40,5% negli ultimi tre.
2) Ubi Banca . Gli specialisti della banca francese hanno confermato il rating buy sul titolo e incrementato il prezzo obiettivo da 7,8 a 8,75 euro (+14% dalle quotazioni recenti). Le attività commerciali sono valutate 0,9 volte il Tbv (il valore di libro tangibile), mentre le società di prodotto valgono 0,8 volte. Il capitale in eccesso è stimato 1,4 miliardi di euro. Il titolo, che capitalizza 7 miliardi di euro, tratta 18,2 volte l’utile 2015 e 14 quello del 2016. Il dividend yield sale dall’1,7% in questo esercizio al 2,2% nel prossimo. I risultati del primo trimestre saranno annunciati il 12 maggio. La performance degli ultimi tre mesi è 43%.
3) Banca Mps . Giudizio neutrale (hold) per l’istituto di credito senese, con target price in aumento da 0,57 a 0,65 euro. Le attività commerciali sono valutate 1,1 volte e il corporate banking 0,7 volte il Tbv (il valore di libro tangibile). Le chance al rialzo sono legate ad operazioni di m&a (Ubi?), alla creazione di una bad bank e alla ripresa economica più veloce delle attese. Dopo quattro anni consecutivi di perdite, che cumulate ammontano a 14 miliardi, Mps dovrebbe tornare in utile nel 2015. Grazie all’appeal speculativo legato ai futuri accordi, il titolo (3,2 miliardi di capitalizzazione), ha realizzato una performance del 31% negli ultimi tre mesi. Il p/e scende da 12,7 nel 2015 a 6,5 nel 2016, mentre il rendimento della cedola è nullo.
4) Banco Popolare . Target price di 15 euro, in crescita da 13,6 euro, con rating hold (mantenere), grazie alla migliorata redditività. Come le altre popolari potrà inoltre beneficiare del processo di consolidamento del settore. Le attività commerciali sono state valutate 0,8 volte il Tbv (il valore di libro tangibile). Il p/e scende da 20,5 nel 2015 a 12,4 nel prossimo anno, mentre il redimento della cedola è trascurabile (rispettivamente 0,8 e 1,7%). I risultati del primo trimestre saranno pubblicati il 15 maggio. La performance del titolo, che capitalizza 5,2 miliardi di euro, è stata del 59% negli ultimi tre mesi.
5) Bpm . Target price di 1 euro (da 0,85), con rating buy. Le attività di banca commerciale sono state stimate 0,83 volte il Tbv (il valore di libro tangibile) e quelle di corporate banking 0,74. La valutazione implicita della quota Anima (17%) è invece 20 volte il p/e 2015. Sono stati inoltre considerati 879 milioni di capitale in eccesso. Il titolo, che capitalizza 4,2 miliardi di euro, tratta 20 volte l’utile 2015 e 16 volte quello del 2016. La trimestrale sarà annunciata il 12 maggio. Negli ultimi tre mesi ha realizzato una performance dell’80%.
6) Unicredit . Guidizio negativo (sell) sul gruppo guidato da Federico Ghizzoni. Il target price (5,6 euro) è stato ottenuto valutando le attività in Italia (CB, F&A Italy) 0,8 volte il Tbv (il valore di libro tangibile), 0,7 la Germania, 0,8 l’Austria, 2 la Polonia e intorno a 1 gli altri Paesi Cee. La divisione di asset management è stimata invece 18 volte l’utile (p/e). Le potenzialità di rialzo sono legate alla cessione di altre sofferenze, alla ripresa maggiore delle attese nei paesi Cee, alla vendita di asset non-core nell’Europa dell’Est e all’accordo con Santander nel business dell’asset management. Il p/e del titolo, che capitalizza 37 miliardi di euro, scende da 13,8 nel 2015 a 13,1 nel 2016, mentre il rendimento della cedola sale dal 2,5 al 3,3%. I risultati trimestrali saranno annunciati il 12 maggio.
7) Bper. Al titolo è stato assegnato il giudizio sell (vendere) perchè viene scambiato a premio del 38% rispetto ai competitor dell’Eurozona. Il target price (6,40 euro) è stato ottenuto valutando la divisione retail e private banking 0,7 volte il Tbv (il valore di libro tangibile) e 0,6 volte quella corporate. Sono stati inoltre considerati 800 milioni di capitale in eccesso, mentre il ritorno sul capitale (rote) 2015 è stimato 3,3% (inferiore alla media). In ogni caso l’appeal è molto speculativo
Devi accedere per postare un commento.