Ho ripensato diverse volte al versetto del profeta Isaia, mentre continuavo a leggere ogni giorno di arresti per corruzione e malaffare, una serie infinita di ruberie che, come le piaghe d’Egitto tormentano il nostro Paese. Prima l’affare Parnasi, con l’arresto di politici di Forza Italia e del Pd, questi due ingredienti non mancano mai nella zuppa maleodorante della corruzione, poi dell’avvocato Lanzalone, eminenza grigia dei 5 stelle; la qual cosa ci dice che il potere è corruttivo anche per gli onesti: se non cedono loro, qualcuno intorno cederà. Poi l’affare lucano, i Pittella’s vengono messi nel mirino e il più giovane, presidente della Regione, agli arresti domiciliari, per il ferreo controllo del potere, per concorsi truccati, tra la disperazione della truccatrice perchè i raccomandati sono degli emeriti somari e vengono pure inseriti nella sanità. Roba da film “Prova a prendermi”, in cui Di Caprio, s’ inventa pilota di aerei, medico e avvocato, mentre è solo un falsario. A differenza del film, questi falsari si fanno prendere, anzi lavorano per avere il mitico posto fisso ben remunerato, il che conferma che è meglio frequentare una sezione del Pd, che un master ad Harvard. L’Italia non ha bisogno di laureati e tecnici, bastano i raccomandati, il resto, come diceva l’ex ministro Poletti, se ne può pure andare ad ingrassare il Pil di altri paesi. Poi cosa è il Pil, l’unica cosa che la nostra classe politica e in parte imprenditoriale conosce, è il Pilu di Cetto la Qualunque. Abbiamo avuto il Presidente Mattarella impegnato a scansare le lamentele di Salvini sul sequestro di 49 milioni di euro alla Lega, forse la richiesta è eccessiva, ma l’uso del finanziamento pubblico fatto dalla Bossi family è stato fantasioso, come una falsa laurea per il Trota, propedeutica ad una raccomandazione. La laurea, anche se falsa come quella di Di Caprio, ci vuole. Allora quanto resta della notte? La sentinella non risponde, perché risposta non c’è, viene il mattino, poi anche la notte. Uno dopo l’altra, questa è la vita, un infinito rimbalzare tra speranze e delusioni, perché non vogliamo rassegnarci alla realtà, perché non vogliamo perdere la speranza di vedere il chiarore dell’alba, il bagliore del mezzogiorno, la morbidezza del tramonto. Non vogliamo che il buio della notte fonda, quella dove la speranza non arriva ad illuminare l’abisso, prevalga. Però il rosario del malaffare e del nepotismo non si ferma, anche se passi dal nazionale al locale. Nella nostra amata Reggio apprendiamo che Unieco Ambiente, sopravvissuta al fallimento della cooperativa madre, ha assunto come dirigente alle relazioni esterne l’ex senatore del Pd, Stefano Vaccari, subito dopo il 4 marzo, magari per organizzare il convegno “perché il calabrone vola?” Perché voli il calabrone non lo sappiamo, mentre sappiamo che i trombati volano velocemente in nuovi posti, spesso pagati dai contribuenti, benedetto posto fisso! E’ il caso dell’ex deputato Pd, Paolo Gandolfi, per l’esattezza un pre- trombato, cioè un escluso dalle liste ad opera degli onnivori renziani locali, collocato alla Presidenza della Sabar che gestisce una discarica, con lui nel Cda è entrato l’ex assessore al bilancio del Comune di Reggio, Notari, che non ha mai pubblicato la sua dichiarazione dei redditi , noi pensiamo perché trattasi di persona riservata, i grillini insinuavano che potesse nascondere consulenze di Iren, partecipata dal Comune. Visto il silenzio del sindaco sulla sua casa, non ci sentiamo di gettare la croce addosso a Notari, solo non sapevamo avesse competenze anche nel settore rifiuti, ma almeno sui conti ne capisce più di Gandolfi, ma poi serve la competenza a chi è cresciuto nelle stanze del Pd? In fondo questi sono incarichi minori, rispetto al gotha renziano che ha sistemato i fratelli Bonaretti alla Corte dei Contil’uno, e sulla poltrona di Ad di Iren Energie Rinnovabili l’altro, e speriamo che i Bonaretti siano finiti. Voi direte che a Reggio abbiamo solo legittimi collocamenti di trombati, il centro per l’impiego del Pd funziona meglio di quelli tedeschi. Vero non abbiamo notizia di reati, ma temo per mancanza di indagini. A Brescello il Comune è stato sciolto per mafia, ma non abbiamo visto un’ indagine e un indagato. Possibile? Evidentemente sì e come dar torto agli abitanti che hanno mantenuto al potere gli stessi di prima? Se la mafia esiste deve avere infiltrazioni, sotto il processo Aemilia non c’è un’indagine sugli uffici comunali , da cui sono venuti i permessi edificatori e commerciali. Possibile? Evidentemente sì. Per questo è inutile chiedersi quanto resta della notte: non rimane che vegliare e votare.