La Regione Veneto è in grado di fare leva sulla ricerca per sostenere lo sviluppo e la competitività territoriale?
Sembra proprio di no se anche chi è nel settore si lamenta della eccessiva frammentazione e di come è strutturata la ricerca in Veneto allora la Regione, da maggiore azionista, sta sbagliando tutto.
Come sottolinea oggi Giuseppe Folonari, responsabile degli investimenti di H-Farm, ciò che manca è una visione d’insieme, in cui università, centri di ricerca e aziende private riescano a fare sistema per produrre ricchezza.
La Regione, finanzia da anni centri di ricerca e società come Veneto Innovazione, ma dovrebbe stabilire obiettivi da raggiungere, analizzando e indirizzando i fondi in base ad una strategia che ha come obiettivo la crescita. Ma così non avviene.
Intanto il presidente Luca Zaia si preoccupa di questioni residuali come i test di ingresso nelle università.
Il consigliere prosegue: «Non mancano certo i fondi e gli investimenti, ma è difficile cogliere la lungimiranza dei progetti: qual è il ritorno economico di tutti i soldi che sono stati investiti negli ultimi anni?
Zaia deve spiegare, a Folonari e ai suoi colleghi, se crede di aver speso bene i soldi dati ai parchi scientifici, (due su tre l’anno scorso hanno chiuso in rosso), oppure se i quasi 2 milioni di euro versati a Nanotech Spa tra il 2009 e il 2011 hanno prodotto i risultati sperati. È difficile pensarlo, visti il passivo, a fine dell’anno scorso, per 628mila euro.
La stessa Veneto Innovazione spa, che nel triennio 2009-2011 ha ricevuto più di 5 milioni di euro, in che modo ha seguito la sua mission di “promuovere e sviluppare la ricerca applicata e l’innovazione all’interno del sistema produttivo veneto”?
Il consigliere illustra un problema di fondo: «A che serve la ricerca se non aiuta a fare business?
Così come è impossibile pensare allo sviluppo economico senza ricerca, è altrettanto impossibile che la ricerca scientifica da sola produca ricchezza. Sia chiaro, il mio è un approccio pragmatico, che nulla toglie alla eccellenze che lavorano nei nostri parchi regionali, a loro spetta il compito di scoprire e sperimentare, ma chi mette in contatto aziende e ricercatori?
Da quando c’è Zaia purtroppo il Veneto ha perso 20 posizioni nella classifica della competitività di tutte le regioni europee, e tutte le regioni del nord Italia ci precedono. Abbiamo una Regione bulimica e presenzialista (97 partecipazioni societarie, senza contare organismi, enti e 21 Ulss).
Ovviamente in questi anni la burocrazia e i tempi di attesa per l’attivazione dei finanziamenti non sono certo migliorati: tutto questa ricerca senza sbocchi costa alle imprese e ai veneti, che la finanziano con le loro imposte.
Ma questo al presidente non interessa visto che si preoccupa di fare il “caporale di giornata” su questioni come i test di ingresso nelle università.
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