Il 26 Novembre 2012 passerà alla storia come “Il Giorno dello Sciopero a Singapore”. Immagino già alcuni miei connazionali pronti a rispolverare il vessillo con falce e martello già dopo aver letto la prima riga. Calma. Prima di tutto i fatti.
L’azienda in questione è SMRT, che non si pronuncia “smart”, ma “Esemarti” con lo spelling inglese. SMRT è uno dei gestori del trasporto pubblico con flotta di autobus e treni metropolitani. Lo scorso febbraio erano piovute critiche sul Governo per avere approvato un finanziamento a fondo perduto di 1,1 miliardi di dollari di Singapore (circa 680 milioni di euro) destinato ad SMRT. Per quanto SMRT sia considerata azienda statale per via della proprietaria Temasek Holding, il controllo viene comunque ricondotto alla famiglia Lee del padre fondatore di Singapore. Con un intreccio di società sussidiare, tra cui SMRT Cayman I e – se non bastasse – SMRT Cayman II, la struttura semi-pubblica dell’azienda desta qualche sospetto. In sostanza, l’1,1 miliardi iniettati a febbraio, sono usciti da una tasca del Governo, per entrare nella tasca privata del Capo di Governo. Roba che alcuni in Italia avrebbero dichiarato sciopero nazionale illimitato e ad oltranza. Ma si sa, i Singaporeani non mostrano le loro emozioni – come un sondaggio ha recentemente dimostrato sono la nazione meno emozionale al mondo – per cui tutti quanti hanno adottato un atteggiamento da “ciapa sù, e porta a cà”.
SMRT gestisce 1190 autobus, e siccome i Singaporeani preferiscono lavori più redditizi, i conducenti d’autobus di SMRT vengono per lo più “importati” da Cina e Malaysia. Ed ecco il pomo della discordia che ha portato allo sciopero. Quando si è trattato di rinegoziare il contratto dei conducenti, i Malesiani si sono pigliati SGD 275 in più (circa 170 euro) per un totale di SGD 1400 (circa 870 euro). Ed i conducenti dalla Cina? Solo SGD 75 (circa 46 euro), fermi ad uno stipendio di SGD 1075 (circa 670 euro). C’è puntualizzare che vitto ed alloggio – in dormitori fatiscenti – vengono forniti da SMRT stessa.
Tuttavia, la disparità non è stata ben digerita dai 200 conducenti di nazionalità cinese, che hanno improvvisato il primo sciopero negli ultimi 40 anni di storia di Singapore. La polizia è immediatamente intervenuta, poichè scioperare senza 45 giorni di preavviso, a Singapore, è illegale. Ed i sindacati? Sono anche loro intrecciati a doppia mandata con Governo e famiglia di Governo, tanto che tra i vari, il maggiore sindacato, NTUC, è anche gruppo di investimenti, con assicurazioni, supermercati, centri di formazione e perfino studi dentistici. Nella fattispecie, il sindacato dei trasporti ha subito preso le distanze dalla decisione dei lavoratori. La polizia ha quindi applicato la legge ed arrestato 4 fra i conducenti considerati essere gli organizzatori.
Ora, per coloro che in Italia gridarono vendetta quando alcuni operai FIAT nel giugno 2010 architettatarono uno sciopero per potersi godere la partita Italia – Paraguay, ed a catena scioperarono ancora per la dichiarazione di Marchionne – quando sospettò della matrice calcistica come motivazione – sappiano che al mondo esiste pure l’opposto, dove scioperare è un reato, non un diritto. Ed a proposito di scioperi calcistici, ricordiamoci che il mondo ci ride dietro non sempre per le amanti di Berlusconi.
Ed i miei connazionali con bandiera rossa sempre pronti allo scontro in difesa dei lavoratori, ora li immagino chiedersi: “Ma la popolazione singaporeana non si è ribellata alla decisione di arresto? Non sono forse scesi in piazza a difesa dei lavoratori?”. In piazza certamente no, perchè pure quello è reato, ma su Facebook si sono scatentati. No aspettate, non si sono stracciati le vesti in difesa dei lavoratori, ma in supporto di SMRT. Un banner (poster digitale) girava su Facebook chiedendo la “terminazione” dei conducenti dalla Cina. Povero Marx, se sapesse che il comunismo oggi va a braccetto con il capitalismo…