Schiavitù? Una pratica normale

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Il secolo dei lumi definì i principi della dignità umana.

O meglio, i filosofi e i pubblicisti. L’economia mondiale continuò a farsi gli affari suoi con manodopera a basso costo (bambini in Europa e schiavi nelle Colonie) e materie prime depredate.

Il secolo successivo si occupò della schiavitù e alla fine anche il primo Paese a darsi una costituzione moderna (gli USA) mise fine a questo scandalo morale.

In effetti tanto scandalo venne visto solo dopo pochi anni che la chiesa cattolica aveva ammesso che i negri avevano un’anima.

Il secolo successivo mise fine agli imperi e lasciò la libertà politica a dei paesi inesistenti, definiti con il righello sulla carta geografica.

Per la verità, caduti gli imperi di facciata, nacquero quelli della rapina: USA e URSS, con la scusa della democrazia fomentarono guerriglie, massacri e colpi di Stato che devastarono l’Africa, il Sudamerica e parte dell’Asia. La Realpolitik disse che era una necessità storica, per non arrivare alla guerra atomica.

Oggi la schiavitù è fatta da stipendi ridicoli e basta guardare il PIL per abitante dei paesi del mondo, per rendersene conto. Ci sono decine di paesi al di sotto di 1000 $ l’anno. Sono paesi di schiavitù e di espogliazione.

Chi guadagna?

Vi faccio un esempio. Le poche foreste del Camerun stanno sparendo, gli alberi vengono rubati da poveracci che li portano sino all’imbarco, vanno a finire in Cina. È un legno speciale per fare strumenti a corda, che vengono poi venduti soprattutto in Europa e negli USA.

Date un’occhiata in un negozio di strumenti musicali, se costassero 10 € in più e questi soldi arrivassero direttamente a quei poveracci, che per rubare e trasportare rischiano la vita e la prigione e alla fine di tutto fanno fatica a mangiare, forse avremmo qualche clandestino in meno da noi.

Ma questo non ci riguarda, noi non vietiamo l’importazione di questi strumenti da paesi che non danno chiare indicazione da dove arrivano le materie prime. Così come non vietiamo l’importazione di palloni da calcio dal Pakistan, dove li cuciono i bambini per una miseria.

Meglio ancora, potremmo incaricare qualche sfaccendato dipendente delle nostre Ambasciate di comprare direttamente quei palloni ad un prezzo equo. No, questo va contro la libertà del mercato. Ma anche contro i nostri interessi, perché i disperati diventano sempre più clandestini ( e questo è il meno), ma soprattutto sempre più integralisti (di qualsiasi religione) ovvero bombe umane, e per fermarli spendiamo in guerre e in sistemi di controllo umani e tecnologici, montagne di soldi.

Vi pare allora che questo mondo abbia una speranza? No, ma fortunatamente il mercato è libero.

Noi, abitanti del mondo, sempre meno.

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