Aliquota unica, abolizione dí lrap e lmu, introduzione del minimo vitale
Talvolta ritorna: la proposta della flat tax, questa volta, arriva dall’Istituto «Bruno Leoni», centro studi del liberalismo economico e pensatoio autorevole e moderato: una tassa unica al 25% temperata da interventi a sostegno delle famiglie; un reddito minimo di povertà; l’abolizione di Irap e Imu; l’incremento delle imposte indirette; una diversa fruizione dei servizi pubblici. La proposta l’ha commentata, anche sul Sole24Ore, il prof. Nicola Rossi, pugliese, tra le altre cose consigliere di amministrazione dell’Istituto (dopo esserne stato presidente).
Prof. Rossi, cambiare radicalmente il sistema fiscale di un Paese come l’Italia non le sembra un azzardo?
«Il vero azzardo è continuare a mantenere l’attuale sistema, un mostro con aliquote da matti e che non aiuta chi ha bisogno, creato dai tentativi dei vari governi di mettere una pezza all’attuale sistema Irpef. La nostra è una alternativa basata su taglio della spesa pubblica, riduzione della pressione fiscale e sostegno a chi proprio non ce la fa».
Uno dei punti di partenza della vostra flat tax è considerare i redditi delle famiglie.
«Ci piaccia o no, l’Italia si regge in grande misura su base familiare, accettiamolo e mettiamo fine all’ipocrisia. Figli adulti che restano in casa dei genitori, pensioni degli anziani che fanno da integrazione al reddito dei giovani, welfare familiare. Allora valorizziamo questa realtà e sosteniamola».
Non ritiene ingiusto spostare il peso fiscale sulle imposte indirette?
«Bisogna valutare questa misura insieme alle altre, non facciamo l’errore di giudicare le proposte in astratto e autonomamente. Per il cittadino quello che conta è quanto gli rimane in tasca dopo aver pagato le tasse, non come vengono prelevate le tasse. Se le imposte sul reddito vengono drasticamente ridotte, i consumi saranno naturalmente incentivati e il riequilibrio con le imposte indirette innesca anche un sistema virtuoso sulla produzione».
E i servizi principali? Sanità e istruzione come si sostengono?
«Chiediamo che i più abbienti versino al sistema sanitario nazionale un contributo pari all’equivalente di una assicurazione privata. E gli abbienti che non vogliono versare la quota sanitaria nazionale, devono essere obbligati ad avere una polizza privata. Università: chi se lo può permettere, che paghi per intero. I meritevoli senza mezzi economici devono essere garantiti con borse di studio. Insomma, se sei ricco ti taglio le tasse ma ti faccio pagare i servizi».
Funzionerebbe in Italia?
«Funziona in Olanda e in altri Paesi d’Europa e del mondo. Funzionerebbe anche da noi».
Chi sono i ricchi, gli abbienti?
«Partiamo dal reddito di sopravvivenza. Poi decidiamo che un abbiente è chi percepisce cinque o sette o dieci volte quel reddito di sopravvivenza. Una volta stabilito di comune accordo questo limite, si procede».
E come la mettiamo con l’evasione fiscale? Sempre meglio pagare zero, anche se le tasse sono basse, non crede?
«Il modello elaborato dall’Ibl non si regge su ipotetici introiti di ipotetici recuperi dell’evasione, come per esempio nella proposta della Lega. Tuttavia anche a saldi invariati, la domanda la faccio io: una flat tax corretta, libererebbe il Fisco da complicazioni e dunque i controlli sarebbero potenzialmente più severi; a quel punto resterebbe conveniente continuare a evadere con una probabilità molto più elevata di essere scoperti e sanzionati, oppure sarebbe meglio pagare meno e stare tranquilli?».
Chi realizzerebbe una riforma epocale come potrebbe essere questa?
«Chiunque abbia a cuore veramente le sorti del Paese. Certo, non si può fare in una notte. Ma in realtà fonde temi cari al centrodestra come la flat tax pura e la lotta alla povertà, classico argomento del centrosinistra. Indubbiamente esiste un ostacolo ideologico verso la flat tax a sinistra, dove resiste il dogma dell’imposta progressiva sul reddito. Ma bisogna capire che la progressività non si realizza solo per scaglioni di reddito, si può fare in molti modi. E non dimentichiamo che la proposta contiene anche l’abolizione di Irap e Imu».
Gazzetta del Mezzogiorno
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