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vignetta promossiQuelli elettorali sono ormai scritti. Quelli che interessano sono i risultati dei risultati numerici. Ad una prima occhiata, se si guarda in Europa, si vede che gli elettori delle ex potenze politiche e coloniali, Inghilterra e Francia, non ci stanno a diventare spettatori di quarta fila e piuttosto faranno da soli. Al punto tale che la Le Pen si becca i voti non solo della destra, ma di molto sottoproletariato magrebino (cioè due fazioni che di solito negli stadi e nelle periferie si legnano, se non peggio) e oltre Manica, a Cameron non è bastato promettere un referendum popolare. Questi sono segnali seri. Si partecipa solo se si vince, sennò si cambia gioco. Ma vince uno solo e allora, nel segno di una mai convincente Europa, tutti, o molti tendono a scappare. Le colpe dei politici sono molte e l’ignoranza degli elettori che si sono fatti abbindolare e non hanno ricercato equilibrio nelle scelte, è stata grande. Ma se nessuno la smette con questo fare a non capire, con questa non voglia di impegnarsi, con questa presupponenza di infallibilità (questa tutta dei funzionari europei, strapagati per partorire topolini), allora si ripeterà il gioco del divide et impera che piace tanto agli altri. Quelli grossi, politicamente, militarmente, economicamente. E poi tutti i paeselli europei, anche i più forti, alla fine saranno i lacché di uno di questi colossi. E gli inglesi saranno gli scendiletto degli USA (sono già avanti, è stato Blair ad avvallare la balla delle armi di distruzione di massa di Saddam, per non “sporcare” W.Bush). La Francia, a caccia di novella grandeur, tenterà impervie vie di ricongiunzione alle ex colonie e finirà per impiccarcisi (e un bel passo lo ha fatto Sarkozy quando ha voluto mettere becco nella primavera araba). Gli altri piccoli e alla parvenza solidi, trafficheranno col sistema fiscale per attrarre multinazionali (vedi Olanda) e finiranno per oscillare tra grandi ricchezze e povertà diffusa, non avendo un’industria propria, ma sole entrate da capitale. La vedo grigia (per restare al colore del modo di dire), la soluzione sarebbe semplice, ma ci vorrebbero altri politici, altri cittadini, altre teste. È la storia dell’uomo : 3 passi avanti e 2,9 indietro. Ora siamo nella fase del riflusso, nella fase degli ismi, in quella voglia mai soppressa di faida, di rivincita, di scontro, prima sottotraccia e poi deflagrante. Abbiamo votato per l’Europa, ha vinto, a fatica, una voglia di Europa : facciamola, se non vogliamo aprire la stanza dei mostri. E per farla bisogna abolire molto di quello che oggi c’è : prebende spropositate, produttività risibile, equilibri di basso profilo e di cortissimo raggio. Bisogna volare alto, bisogna rischiare, demandare poteri veri, fare cose serie, unire e non preoccuparsi di inglobare paesi solo per crescere come si è fatto sino ad oggi. Bisogna crederci e chiedere a tutti chi ci vuole stare, agli altri tanti cari saluti. Niente si può fare, come si dice, a dispetto dei Santi.

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