Tutti i media sono pieni della distribuzione della ricchezza totale tra gli abitanti del pianeta. Ne sono pieni perché hanno scoperto che l’1% ne detiene il 50% e scritto così impressione la fa. Ma oltre i dati e le grida sarebbe bene spiegare le cose come effettivamente sono. Primo punto: la ricchezza é quella dei redditi e un ricco ha molti consanguinei che dipendono da lui, magari “camuffano”parte della sua ricchezza, ma non entrano nel computo dei ricchi. Quindi se si parla di “popolazione mondiale” si “trascura” che un ricco mantiene in media altre quattro persone e quindi il ricco é tale per 1+4=5 e quindi siamo arrivati al fatto che il 50% della ricchezza é detenuta dal 5% della popolazione mondiale. Di questo nessuno ne parla, fa meno effetto e quindi gli informatori “glissano”sull’informazione . Secondo punto, guardiamo cosa succede nelle economie emergenti. Scopriremo che ci sono picchi di ricchezza sparuti in mezzo a una moltitudine di poveri. Ovvero nascono molti milionari (magari miliardari) ma il reddito pro capite cresce di un nonnulla. Si può allora gridare allo scandalo? Sì, intesa come nostra scandalosa ignoranza. Una volta ci avrebbero detto: “ma cosa ti abbiamo mandato a scuola a fare?”. Perché il mondo, anche il nostro, soprattutto il nostro, quello occidentale, quello che noi reputiamo evoluto, aveva la stessa sperequazione economica finchè non é nata la borghesia e poi la classe proletaria e le lotte sindacali e le guerre che sono una iattura, ma anche un acceleratore sociale, anche nelle forme dittatoriali. Ma tutto questo funziona da non più di 500 anni e le rivoluzioni (industriali e politiche) sono della fine del 1700. Prima i nullatenenti, quelli che lavoravano per sopravvivere erano tanti come quelli di oggi. Quindi la storia si ripete: nascono ricchezze sul lavoro di molti a beneficio di pochissimi, poi i molti si raggruppano e si danno forza. Funziona così, solo che allora da noi il mondo era piccolo, oggi per contro il gioco é mondiale, chi ha la ricchezza si sposta dove gli pare. Ma anche la ricchezza é cambiata, oggi é più finanziaria che industriale e quindi oltre che paesi poveri da sfruttare servono paesi “cassaforte” ovvero paesi in cui anonimato e tassazione zero garantiscono i soldi. E puntualmente sono nati i paesi black list. Paesi da operetta, ché basterebbero i vigli urbani di Milano per “invaderli” e farli diventare “fiscalmente”normali. Ma tutto questo non é ancora successo, perchè il capitale é sempre molto più veloce di chi lo contrasta sul piano fiscale. Anche questo ce lo insegna la storia. Ma siccome noi siamo studenti come Pinocchio continuiamo a indignarci per gli articoli sporadici sui giornali, per la flat tax (che non fa diventare i ricchi più ricchi se non in maniera marginale) e non andiamo invece a cercare i soldi dove sono.
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