Per oltre 700 dipendenti do Coop Alleanza.30, l’inizio dell’anno non è stato molto allegro, forse avevano pure mangiato un panettone Alemagna, ma questo non li ha risparmiati dalla scure di Paolo Alemagna, il nuovo direttore generale di Alleanza 3.0 – entrato nel colosso cooperativo ad agosto con pieni poteri per raddrizzare la barca della gestione che fa acqua da tempo – magari mettendo alla porta i dirigenti di provenienza politica, la quasi totalità. Nelle direzioni e uffici di cui è costellata la più grande cooperativa di consumatori d’Europa, nata due anni fa dalla fusione di Nordest di Reggio, Adriatica di Casalecchio e Estense di Modena, 750 dipendenti su 1500, sono stati dichiarati esuberi. Il piano è stato presentato a sindacalisti un po’ allibiti per il cambio di registro. Anche i sindacalisti come i politici, diventavano dorati dirigenti delle coop, comprese quelle di consumo, magari lo sapevano già, ma sentirsi dire in faccia che la festa era finita, ha avuto il suo effetto.
La ristrutturazione investe le tre direzioni di Bologna, Modena, Reggio Emilia e gli uffici di Milano, Ravenna, Pordenone e Venezia. La maggioranza dei tagli colpirà le sedi emiliane: a Reggio Emilia sarebbero in esubero più di cento dipendenti amministrativi
La buona notizia è che non sarà licenziato nessuno: la ristrutturazione dovrebbe avvenire a “impatto occupazionale zero”, vale a dire con esodi volontari incentivati o prepensionamenti.
La ristrutturazione era nelle cose, alla luce dei conti non brillanti della coop, che ha un elevato indebitamento (con circa 4 miliardi di prestito da soci a fine 2017) ma una bassa redditività, soprattutto se confrontata con i gruppi concorrenti. Secondo un’analisi di Marco Nora (lapressa.it) mentre la perdita di bilancio negli ultimi due esercizi è stata di 50 milioni, grazie alla gestione finanziarie, la perdita della gestione ordinaria (vale a dire il core business degli iper e supermercati) è stata di ben 310 milioni, mentre nel solo 2017 il gruppo Esselunga ha guadagnato ben 410 milioni nella gestione ordinaria e 298 milioni come utile di bilancio.
Era prevedibile che la fusione generasse esuberi, ma una botta da 50%, testimonia che negli anni, si era gonfiato molto l’organico, probabilmente anche per ragioni politico clientelari e del resto i dati economici eufemisticamente deludenti, non lasciano presagire nulla di buono per il futuro, specie se i prestiti soci dovessero continuare a scendere, meno 11%, per tutte le Coop di consumo, secondo il rapporto Mediobanca, la perdita si accentuerebbe e quindi Alemagna dovrà lavorare soprattutto, sul miglioramento della gestione ordinaria, in forte perdita. Il che vuol dire una migliore allocazione delle risorse umane anche nei punti vendita, detta con parole semplici, fare lo stesso fatturato con diminuzione dei dipendenti ed aumento della produttività. Ancora non si hanno notizie su come si muoverà il nuovo “capo” riguardo alle società non core, come viaggi e Tv. Supponiamo che ciò che sta in piedi possa essere ceduto, per quanto riguarda invece Tv, giornali e blog, si cercherà di resistere, per dare soccorso ad un Pd quanto mai bisognoso, ma non si potrà tirarla alla lunga per molto, Coop consumo, perde anche perché la concorrenza è più “brava” e apre sempre nuovi punti vendita con una miglior gestione e senza disperdere risorse in operazioni dannose ai fini del businnes. Del resto ad Alleanza.3 è legata a doppio filo il destino di Unipol, grande gruppo assicurativo, di cui detiene la quota di maggioranza. Bisogna augurarsi che l’assicurazione, paghi buoni dividendi e non richieda aumenti di capitale perché il castello stia in piedi, in caso contrario, dopo quelle di costruzione assisteremmo, forse non alla fine, ma al probabile passaggio di mano delle due aziende. In fondo Mps è li a ricordarci i guai del sistema delle porte girevoli della sinistra, per cui si parte da sindacalisti, si diventa sindaci, per finire manager cooperativi.
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