Renzi, rottamatore rottamato

renzi2Più la stagione del professore dura, più per i rottamatori si fa dura. Dopo i giorni eroici della Leopolda intorno a Renzi è calato il silenzio, quasi tutti i media sono impegnati nelle lodi di nonno Mario, che come l’imperatore Nerva, tenta di cambiare il paese in dodici mesi.Ora non basta più dire che la vecchia politica è morta, lo ha già certificato il professore, bisogna dimostrare di avere le idee e la grinta per rivoltare l’Italia come un calzino e dire con chi lo si fa.

Per Monti è semplice, fin che tiene sedato Berlusconi, non deve rendere conto a nessuno, ma per Renzi le cose sono più complesse. Se corre per le primarie e le perde, deve accodarsi e scomparire, perché la nomenclatura, se non potrà salvare Bersani gli preferirà Zingaretti e le possibilità di vincere per lui sono basse: per quanto mal ridotta, nel Pd, la struttura conta ancora. Non può neppure seguire Fioroni nella sua corsa verso Passera, avrebbe un ruolo marginale e poi in quel partito di vecchi apparatnik, i personaggi come lui non sono amati.

Non gli resta che prepararsi alla corsa in solitaria, il dopo Monti richiederà figure e partiti nuovi. Passera darà nuova veste ai vecchi Dc, Pd, Terzo Polo e Pdl, Montezemolo potrà dar voce all’Italia Liberale, Renzi potrebbe dar voce a quella sinceramente riformista, che non si fa condizionare dalla Camusso, né dalla retorica dello Stato pesante, quando è soltanto sprecone.

Potrebbe trainare il Pd da fuori, più di quanto lo influenzi da dentro, soprattutto la sua uscita straccerebbe per sempre la foto di Vasto. Ci rendiamo conto che il cambio di scenario abbia tolto sicurezza al giovane Renzi, i giorni della gloria facile sono finiti e anche gli amici si sono diradati.

E’ il momento giusto per iniziare la lunga marcia, senza appellarsi ad Enrico Letta, quello era già vecchio da giovane e comunque nato e allevato dal vecchio potere. Sarebbe come se Mao si fosse ispirato a un Mandarino.

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