Renzi e il PNR

matteo_renzi_pollice_thumb400x275 Ormai è fatta: avremo alle prossime elezioni il Partito Nazionale Renzista. Un partito Stato che occupando, come la prima Democrazia Cristiana, lo spazio politico da sinistra a destra, confina sulle ali partiti costretti ad estremizzarsi e quindi inaffidabili per governare. Basta guardare alla lepenizzazione della Lega e di Fratelli d’Italia che già oggi valgono elettoralmente più di Forza Italia e allo stato confusionale di Sel e dei grillini, in cui gli abbandoni si susseguono senza sosta, per non parlare della sinistra del Pd, che non sa più veramente che cappello mettersi, mentre ogni giorno perde pezzi. Il potere attrae, soprattutto quando dà l’impressione di durare a lungo e la sua assenza o perdita, logora chi è fuori. Se venisse approvata la riforma con il premio al primo partito, non ci sarebbe più storia, se poi venissero consentiti, come per i comuni, gli apparentamenti in caso di ballottaggio, il PNR ingloberebbe anche i residui del centro alfaniano. Avremmo un partito che governerebbe l’80% dei comuni, delle Regioni ed il 100% delle Province, senza avere credibili alternative. Molti dicono che sarebbe un problema, può darsi, se la nostra fosse una democrazia borghese, ma essendo l’Italia molto populista, forse il vestito non le dispiacerebbe. Sotto traccia da anni, gli italiani sognano l’uomo della Provvidenza, che risolve i problemi, senza toccare lo status quo, che distribuisce diritti, senza doveri, che accumula debiti da scaricare sui figli, ma quali, visto che siamo un paese di vecchi e per vecchi? Ora abbiamo l’uomo Renzi e tra breve il PNR, l’operazione funzionerà perché a condurla è il leader della sinistra, l’unico ostacolo sulla via di Berlusconi, oltre i suoi ovvi limiti politici e umani. La strada è spianata dal crollo dei “poteri forti”: giornali, associazioni d’impresa e sindacati, hanno problemi economici e di rappresentanza, anche la cooperazione rossa ha ormai più debiti, che idee. Il nuovo ordine ha un solo problema, l’economia, il mercato globale, ma questa è un’altra storia, sulla quale  torneremo. Per ora ci basta sapere che senza modifiche della Costituzione, un uomo solo, con la sua maggioranza bloccata, nominerebbe il Capo dello Stato, la Consulta, il Csm, il Senato, più tutti i boiardi di Stato. Può essere che funzioni, può essere di no, ma per paradosso chi comanda non rischia nulla, basta guardare all’Argentina, dove tra un default e l’altro, governano gli stessi o al Venezuela, che importa petrolio, pur avendo una delle più grandi riserve mondiali e si prepara al fallimento. Insomma, i sistemi bloccati si alimentano dei successi e sopravvivono agli insuccessi. Renzi ha convinto gli italiani attraverso una serie di scelte:gli 80 euro, i bonus bebè, ecc..Ha solo dimenticato di dire loro che i debiti fatti vanno onorati e che le clausole di salvaguardia, come l’aumento dell’Iva, li obbligheranno a restituire ciò che è uscito dal caveau, almeno chi lo ha ricevuto, gli altri saranno mazziati e cornuti, alla faccia dell’equità. Del resto, chi siamo noi per opporci al nuovismo che avanza? Rosiconi? Frustrati? Allora, avanti fino a che il PNR darà un bonus anche a te.

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