Parlare di comunismo dopo il crollo del muro di Berlino è un po’ anacronistico, meglio sarebbe parlare di post comunisti, ma come si fa a pensare che chi ha avuto tanta fede, da difendere l’invasione dell’Ungheria e della Cecoslovacchia, come Napolitano, sia diventato liberale? In fondo all’anima certi valori rimangono sempre, né è prova la strenua resistenza alla riforma costituzionale degli ultimi reduci. In fondo quella è la Costituzione nata dalla Resistenza e viene modificata in senso presidenziale con riduzione degli spazi di rappresentanza politica, Senato e Province e di voto. Insomma, “hanno ucciso il comunismo, chi sia stato non si sa, forse l’uomo di Rignano, forse la modernità”. Chi lo avrebbe mai detto che il leader del Pd sarebbe stato ospite di riguardo alla Casa Bianca, mentre schierava i suoi soldati alla frontiera russa? Non solo la Costituzione ripudia la guerra e il governo schiera i suoi soldati in tutte le guerre americane: Afghanistan, Iraq, Libia, certo sono, a sentire la propaganda, missioni di pace eppure ci sono dei morti, allora pacifiche non sono. Per non parlare del fatto che le organizzazioni, una volta dette collaterali al Pd, Cgil e Anpi, sono schierate per il No e quelle collaterali alla Dc: Cisl, Coldiretti e Confindustria sono schierate per il Si, magari perché le finanziarie piene di mance, bonus, condoni e debiti somigliano a quelle del “mitico” Cirino Pomicino. Soldi agli statali, agli industriali, alle banche, ai pensionati e nulla per i giovani e per i lavoratori a cui semmai vengono tolti diritti in cambio di voucher. Il governo invita gli stranieri ad investire in Italia perché un ingegnere costa meno, ma se le tasse e il cuneo sono alti vuol dire che la convenienza è nei salari bassi e nei diritti deboli. Così quella che era la Costituzione più bella del mondo, quando la riformava Berlusconi, tanto che a difenderla riapparve uscendo dal suo eremo don Giuseppe Dossetti, oggi è un ferrovecchio che rallenta il progresso e gli allievi di Dossetti, come Castagnetti, vanno predicendo l’Apocalisse in caso di vittoria del No. In fondo Renzi un Si se lo meriterebbe per aver cancellato gli eredi del comunismo e aver resuscitato la Democrazia Cristiana in versione internet. Gli eredi del Pci avvertono il pericolo, tanto che Bersani ha preso un nome di battaglia: Jimmy Bettola, per contrapporsi al consulente americano di Renzi, Jimmy Messina, ma è tardi, gli accordi con gli americani sono stati presi e la sinistra è fuori dal governo, anche se Renzi non è De Gasperi e non abbiamo neppure il piano Marshall. Poi tranquilli, in Italia anche la Costituzione è un po’ un menù a la carte, infatti l’attuale prevede il pareggio di bilancio, la regolamentazione di partiti e sindacati, il diritto al lavoro, articoli restati lettera morta e allora articolo morto in più o in meno, cambia poco, visto che il problema è la classe politica e quella è sempre la stessa, così come gli uomini di potere. Avevamo Montezemolo prima e lo abbiamo adesso, Verdini prima e adesso, voltagabbana prima e pure adesso, sindaci di Palermo e Catania Orlando e Bianco prima e pure ora. Certo ci sono più giovani, ma come diceva Fanfani, idolo della Boschi, “bischeri si nasce”.
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