Renzi e Lionel Messi

fratelli d'italia-renzi-3 Renzi è il Messi della politica o lo sembra, per la totale inconsistenza dei suoi avversari? Per ora la domanda non ha risposta e il risultato è comunque lo stesso: la minoranza del Pd abbaia ma non morde, consapevole che un centinaio di seggi, solo alla Camera li porterà a casa, la sinistra estrema attende il suo Tsipras, che non è certo Cofferati, né Civati, forse Landini. Della destra non parliamo, Berlusconi e FI sembrano esponenti della nazionale cantanti, vecchi e sovrappeso, capaci solo di ripetere il loro ultimo successo in tv, come Edoardo Vianello. Alfano è un Diogene cieco che cerca una via, vestito della lobbia ministeriale, anziché di una botte, resta  Salvini-Gattuso, che scalda il cuore dei fans, ma non vincerà la partita.

A differenza di Messi, Renzi è un gradasso arrogante, che insulta compagni e avversari, se lo può permettere, ma non è la cifra di un vero statista. Poi per avere statisti bisognerebbe avere uno Stato e non mi pare il caso dell’Italia. Ora il premier ha tutte le briscole in mano, meno una: la crisi economica, il nostro è anche fortunato, perché sotto la spinta di Mario Draghi, soffia un leggero venticello di ripresa. Si tratta di una ripresa congiunturale, trainata dall’export, che rappresenta solo il 40% circa del nostro Pil e se le cose non cambiano, potrebbe spegnersi in fretta, visto che con l’eccezione degli Usa, il resto del mondo sta rallentando. Per ora il nostro Messi ha promesso molti goal, ma non li ha ancora fatti, anzi molte riforme, in corso, pur necessarie,ma sono fatte male o incomplete. IL jobs act riguarda i nuovi assunti nel settore privato, cioè poche centinaia di migliaia di persone, ci vorranno vent’anni perché vada a regime. L’Italia è un atleta che ha perso un quarto della sua muscolatura, mantenendo la stessa massa grassa, farà fatica a correre verso percentuali di crescita del 2%, le uniche che agiscono con forza sulla disoccupazione. Senza tagliare il grasso, cioè il peso dello Stato in tutte le sue articolazioni, arrivato a circa il 60% del Pil, non vinceremo non dico il mondiale, ma neppure la Coppa Latina. Bastonare la nazionale cantanti è facile, più complesso è mandare a casa migliaia di lavoratori inutili, semplificare la legislazione, vuol dire mettere a spasso migliaia di consulenti, dimagrire la politica vuol dire colpire il portafoglio di almeno 500.000 persone. Qui si vedrà se il nostro è Messi o lo sembra. Per ora ci accontenteremmo di leggere il rapporto Cottarelli, finito sotto il tavolo di Palazzo Chigi.

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