Reggio Emilia. La campagna elettorale è partita

Partito in testa il sindaco uscente, Vecchi, ha radunato al centro Malaguzzi cinquecento esponenti della società civile, un termine che ha poco senso, visto che non risulta esista una società incivile che si dichiari tale. Meglio dire che ha radunato i suoi sostenitori, come hanno fatto con numeri probabilmente inferiori,  la candidata 5 Stelle, Ognibene e quella di Alleanza civica, Rubertelli. Ora, sui numeri delle presenze alle manifestazioni c’è sempre una diversità di opinioni tra gli organizzatori e la Questura, ma non avendo dato quest’ultima alcun numero, prendiamo per buono fossero cinquecento. Un segnale di forza, forse più dell’apparato, intervistati dalla stampa amica o intravisti tra il pubblico: Raffaele Leoni, Maura Manghi, la presidente delle Farmacie, Rabitti e l’esponente del volontariato di professione, Matteo Iori. Già promotore della Lista civetta, Reggio chiama 118 o un numero simile. Resta però vero che il nostro sindaco, accusato anche dai suoi di essere un signor tentenna, questa volta è partito forte, mentre il Pd si attardava in un congresso “fantasma”. Questo start anticipato, ha avuto come effetto che nel Pd si è passati dalla depressione per un ballottaggio ad alto rischio, alla sensazione di poter vincere al primo turno, almeno fino all’affaire dei diciotto dirigenti su ventuno, indagati. La questione, denunciata a suo tempo dalla Guatteri e dalla Rubertelli, ha riportato alla ribalta il tema della scarsa trasparenza con cui a Reggio si governa la cosa pubblica e il sistema di occupazione da parte del Pd. Molti di questi dirigenti vengono dalla politica o ad essa sono legati, in un intreccio in cui non si comprende più chi guidi chi. Si dirà che accade ovunque ed è probabilmente vero, ma il malvezzo comune non vuol dire mezzo gaudio. Pare che ci sia un’indagine della Corte dei Conti e pure della Procura, in entrambi i casi, una novità. Di fronte al fatto, la Giunta esprime fiducia nell’operato della magistratura e contemporaneamente in quello dei dirigenti, invocando che si faccia presto chiarezza, su un atto deliberato dalla giunta di Delrio, altro che un colpo al cerchio e uno alla botte! Qui siamo alla botte piena, con Giunta ubriaca. Però non c’è di che preoccuparsi, i fatti sono lontani, mentre la prescrizione mi sembra vicina, sia detto da profano del diritto. La sensazione di euforia che aleggia nel Pd è dovuta in gran parte al ritardo con cui si sta muovendo il centro-destra, che sembra puntare solo sul traino nazionale, con un candidato nuovo alla politica, che si presenta come civico, ma che al momento non presenta una sua lista, a differenza di quanto fece la volta precedente, Donatella Prampolini. Lo straordinario successo di Salvini induce la Lega a coltivare sentimenti di autosufficienza, ma nel Pd ricordano bene la piazza del Municipio strapiena al comizio di Grillo e il risultato amministrativo inferiore a quello europeo della precedente legislatura. Certo il tempo non manca, ma ogni giorno serve, in una gara come questa, almeno in assenza di miracoli e Salvini dovrà farlo grosso, visto che alle precedenti amministrative, il centrodestra si fermò intorno al 20%. Confidano molto meno nel traino del voto nazionale, i 5 Stelle, che stanno facendo una campagna sul territorio, non priva di spunti dirompenti. Ovviamente la Rubertelli, senza traini o freni nazionali, incentra la sua campagna sui temi locali, dalla sua ha i cinque anni di opposizione, in cui è stata più presente del centrodestra, con cui man mano che le elezioni si avvicinano, entrerà in competizione per la conquista del voto moderato.  Perso particolarmente da Forza Italia, mentre cerca anche di arginare il deflusso di quegli elettori, che pur non di sinistra, tenderebbero a migrare verso Vecchi, in nome di una stabilità di governo che né il candidato, né la coalizione di centrodestra sembrano al momento garantire. La tenuta di Alleanza civica anche nei confronti delle liste civetta, promosse da moderati e cattolici a favore di Vecchi è uno dei tasselli essenziali per portare la sinistra al ballottaggio.

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