Referendum: cialtroni e voltagabbana

A guardare i voti parlamentari, nel prossimo referendum il Sì dovrebbe prendere il 90 per cento. Però ogni giorno nasce un comitato per il No. Ogni giorno c’è qualcuno che scappa dal suo voto in Aula o si converte al No. Siamo alla sagra dell’ipocrisia e diciamolo pure, della cialtroneria.

Il PD, che alla quarta votazione votò a favore del taglio, dopo aver votato tre volte No, solo perché nel frattempo era passato dall’opposizione al governo, non manda neppure i suoi esponenti alle tribune politiche, del resto cosa potrebbero dire. Però sottotraccia muove l’intendenza, deputati pentiti e poi l’Anpi, le sardine e i sindacati, che si schierano con la benedizione del cardinal Zingaretti per il No.

Il disegno è abbastanza evidente: se il grosso dell’elettorato della destra, per disinteresse, disertasse le urne (a parte ovviamente dove si vota per le Regionali), la partita si riaprirebbe, perché è chiaro che i sostenitori del No sono più politicizzati, più motivati. E se in una regione come la Campania, il governatore uscente De Luca si schiererà per il No, come pare certo, la bilancia penderebbe ancora di più a sfavore della riforma grillina.

 I grillini,dopo i fuochi pirotecnici, “abbiamo tagliato i costi della politica”,la solita balla della riforma storica, come quella di “abbiamo abolito la povertà”, Ora tacciono, tranne Di Maio, s’ inventano fanfaluche, lanciano l’alleanza col Pd, sui sindaci per il 2020, mentre disertano pure loro le tribune Rai. Dopo essersi fatti un po’ di conti, molti di loro hanno capito che i tagli più che ai costi della politica, sarebbero ai loro posti.

D’altra parte il referendum era stato pensato per combattere la casta, mentre ora il nocciolo duro della casta sono proprio i 5 Stelle. Perché dunque infilare la testa nel cappio votando Sì? Infatti c’è il primo dissenso, quello della deputata Elisa Siragusa. Un tabù rotto, come quelli sui mandati, sulle alleanze. Insomma, il meglio del trasformismo contafrottole.

La destra da parte sua è piena di timori, Forza Italia è terrorizzata dal Si, e la Lega che pure lo ha sempre votato alle camere, ha altri problemi. Solo Giorgia Meloni ci si butterà un po,’ anche perché Fratelli d’Italia forse è il solo partito, stante i sondaggi di oggi, che non ha nulla da temere dal taglio.

Ci potevano pensare prima, in Parlamento, dove a fare la battaglia contro la riforma fatta «con la cesoia» rimasero soli, Italia Viva, +Europa e pochi altri. Ora mettendo da parte ogni ragionamento serio, sul merito, a partire dal bicameralismo, ci si deve chiedere: ma se il 90% dei parlamentari vuole ridursi di numero, perché noi cittadini dobbiamo impedirlo? Si dirà che questo parlamento non è all’altezza, ragione di più per eleggerne di meno. Poi di fronte alla diserzione dei partiti, perché dovremmo disertare anche noi elettori?  Vogliono ridursi di numero, ebbene diciamo Sì, mostriamo quella coerenza che loro non hanno e con il nostro Sì, aiutiamoli ad essere seri. Noi elettori possiamo consentirci di non essere cialtroni e voltagabbana.

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