E’ importante, nella vita, darsi delle priorità, poi, nel limite degli accadimenti, cercare di mantenerle. Questo per un motivo semplice: perché tutti gli altri tentano di imporre le loro e non sempre per nobili motivi. Anche se sono nobili le suggestioni che vengono dall’esterno, non sempre sono nobili le intenzioni di metterle al primo posto. Un esempio eclatante è tutta la campagna cui siamo sottoposti sulla poca sicurezza delle nostre abitazioni e dei nostri cari. 250.000 pare siano i reati a scopo di furto e rapina. Tenendo conto che le abitazioni e i punti sensibili (negozi, banche, distributori, ecc…) sono circa 50 milioni ( sembrano tanti, ma tenete conto che ci sono sia le prime che le seconde case) la percentuale dice che sono, all’anno, il 5 per mille. Ovvero ogni mille di questi obbiettivi, 5 vengono violati. Non è poco, anzi è tanto perché almeno una volta su 5 c’è una vittima presente. Quindi da furto si passa a rapina e difficilmente a mano non armata. Può essere un taglierino, un piede di porco, un cacciavite o peggio, ma è sempre qualcosa che può creare seri danni fisici alla persona offesa. E qui non voglio parlare del danno psicologico che già non è trascurabile anche solo quando si ritorna in casa e si trova tutto buttato all’aria da qualcuno che cercava soldi o preziosi nascosti. La cosa si aggrava se i ladri hanno sporcato volontariamente o sfregiato muri o quadri. Poi toccherebbe descrivere l’escalation della violenza diretta subita da persone presenti. Tutto ciò, messo in questi termini, spiega come, chi si sente minacciato tende a reagire in maniera non sempre totalmente logica e che andare nell’eccesso non è proprio della natura dell’aggredito, ma di chi, non praticando la violenza, non controlla l’escalation della medesima. Quindi accusare uno di eccesso di legittima difesa, quando si riesce ad essere indulgenti verso chi è violento, è uno strano atteggiamento. Però di questi tempi solo di questo sentiamo parlare. Tutti i talk sono diventate arene per dare sfogo alla pancia, all’irrazionalità, al giustificazionismo. Soluzioni invece zero. Chi è preposto si trincera, correttamente, dietro le leggi esistenti e chi deve legiferare traccheggia sino ad arrivare alle stupidaggini, promettendo la difesa di chi ha reagito, o peggio chiedendo bonus per l’acquisto di pistole. Un vero impegno a trovare una quadra a tutto questo, non si intravede. Gli espulsi non vengono espulsi, i recidivi vengono immediatamente liberati, in attesa del processo. Il risultato è che ora devono rubare anche per l’avvocato che li difende. Se c’è una situazione eccezionale, eccezionali devono essere le leggi: magari in modo temporaneo predefinito. Si dia da mangiare a chi ne ha bisogno, per togliere i furti per necessità, ma poi gli altri in galera ci devono andare e restarci. La reiterazione del reato non deve essere un’aggravante, ma un moltiplicatore di pena. Chi vuol vivere all’interno dello Stato con leggi anche differenti (i rom) deve sapere che chi contravviene le leggi paga, quindi nomadi finché vogliono, ma schedati con le impronte digitali. Ormai le carte di identità sono inutili anche per i cittadini normali, però la certezza dell’identità, in questo mondo di falsificazioni, è fondamentale. Io in Romania con una carta di identità italiana di qualcun altro la posso far franca, ma non mi porto dietro le sue impronte, o la sua iride. Pare una stupidaggine, ma in questo mondo in cui tutti rivendicano la privacy, nessuno si rende conto che la privacy di gente come me, si chiama sicurezza. E la mia sicurezza è la possibilità della mia identificazione e di quella altrui. A me che mi frega sapere che antenne ha agganciato il mio telefono? Ad un ricercato molto. Se la mia macchina “dice” dove è, interessa me e al massimo mia moglie (o viceversa), ma al ladro piacciono di più le macchine “mute”, così per altre cento cose. Ai ragazzini non andrebbe regalato un cellulare, perché poi lo spengono se non vogliono essere beccati e noi rimaniamo con la paranoia che gli sia successo qualcosa (questa è poi la scusa per cui glieli compriamo), ma dovrebbero avere un dispositivo di localizzazione e di allarme. In fondo montiamo impianti di questo tipo nelle case e sulle auto, strano che nessuno abbai mai pensato ad una cosa personale. Il salvavita Beghelli potrebbe essere specializzato e venderebbe a manetta. Però per ora siamo a sparare sì, sparare no. Io lo trovo strano, voi no ?
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