I sostenitori di Vendola e parte dei Bersaniani vogliono una svolta rispetto al Governo Monti e la pace nel mondo.
Per la verità la pace nel mondo non l’hanno ancora richiesta, ma forse è un obiettivo più facilmente raggiungibile rispetto alla richiesta di provvedimenti economici che siano discontinui da quelli presi da Monti.
Diciamo questo perché quanto successo sino ad ora, sia in termini economici che sociali, non è che l’antipasto di quanto ci accadrà nel prossimo futuro.
Le strade sono tre; le ripetiamo perché se un politico può dire di non capire una mazza di finanza, non ascoltare e leggere quanto dicono e scrivono i capi di stato e gli economisti di tutto il mondo è molto grave perché si fa demagogia alle spalle dei cittadini onesti che ancora credono nella politica:
a) La prima strada è quella del Fiscal Compact firmato dall’Italia, che prevede il dimezzamento del debito pubblico in 20 anni. Siccome il debito pubblico è 2000 miliardi di euro, bisogna tagliare 1000 miliardi a colpi di 50 miliardi di euro all’anno; certo, quest’anno ed il prossimo possiamo abbozzare ma il terzo anno vanno poi tagliati 150 miliardi di euro di debito.
Se le manovre fatte finora sono state definite ‘lacrime e sangue’, fate voi le bufale che vi stanno vendendo sulla presunta ‘durezza’ dei provvedimenti del Governo Monti che, anzi, potremmo definire ‘tiepidi’. Gli ottimisti dicono basti una ripresa del PIL per riequilibrare il rapporto debito/PIL (ora al 120% ma deve scendere al 60% entro venti anni), ma a noi sembra che un paese vecchio, ingessato, senza tecnologie e materie prime, senza nessun tipo di fonti energetiche e con un giovane su tre disoccupato, vada poco lontano.
E si intensifica sempre di più il ‘fuoco amico’ contro l’Italia; Romney ha sostenuto che gli Stati Uniti non devono fare la fine dell’Italia e Hollande dà la colpa al Bel Paese per il PIL francese asfittico.
b) Alle prossime elezioni vincono Vendola e Bersani, con Fassina nuovo Ministro dell’economia di un Governo che anziché tagliare riprende a spendere. Il giorno dopo lo Spread va a 1500 e noi veniamo commissariati dal Fondo Monetario che ci impone la scaletta per raggiungere gli obiettivi del Fiscal Compact.
Non possono commissariarci? L’hanno già detto i Greci, gli Irlandesi, i Portoghesi e ora lo stanno sostenendo gli Spagnoli. Certo, possiamo fregarcene dello Spread e dell’Europa ma l’Italia il prossimo anno deve emettere centinaia di miliardi di titoli di Stato per rifinanziare il debito pubblico, se nessuno li compra, lo Stato Italiano fallisce.
Oppure potremmo continuare a tassare. Tuttavia il tecnico Monti è stato messo lì dai partiti perché non volevano assumersi in prima persona le responsabilità delle manovre finanziarie fatte; se si è fermato lui dal continuare su questa strada, significa proprio che abbiamo raggiunto quel punto al di là del quale qualsiasi ogni nuova tassa non produce gettito. E’ di questa mattina, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico alla Bocconi, il nuovo monito di Draghi: “il processo di consolidamento deve essere basato sul calo della spesa corrente e non sull’aumento delle tasse”.
c) Non ci sta bene il Fiscal Compact, usciamo dall’Europa e facciamo un nuovo Commonwealth con la Turchia, la Tunisia e la Libia.
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