No, caro Porro, conduttore del talk televisivo Virus, il tuo sermone dell’altra sera sul diritto all’astensione nel referendum sulle trivelle, non mi è piaciuto. Ti ho considerato sempre un buon giornalista economico di area liberale, tradotto in politichese, vicino al centrodestra, tant’è che sei vice-direttore del Giornale e poi oggi, che conduci una trasmissione sulla seconda rete della Rai, mi fai una mezza marchetta al premier Renzi, che propaganda assieme a Napolitano, l’astensione dal referendum? E dici, infervorato che il voto è un diritto, ma non un dovere? Il voto è un diritto, ma anche un dovere, se vuoi la democrazia, mio caro! Scusa, a pensare male si fa peccato, lo so, ma mica ti sarai “inverdinito” anche tu, passando col vincitore, per stare a galla? Lo so, di questi tempi, chi non sta col capo, in tv ha vita dura, ma un po’ di schiena dritta non guasterebbe, e poi sei un buon giornalista, ancora giovane, ma con svariati successi alle spalle, chi te lo fa fare, scusa? Ti intriga la carriera della Bignardi? Lei è sempre stata una radical chic di sinistra, nessuno si è scandalizzato più di tanto per il suo nuovo incarico, tu faresti troppo la figura del voltagabbana, rifletti….Hai il merito di aver riportato Vittorio Sgarbi nell’alveo della storia dell’arte, di cui è fine conoscitore e valido divulgatore, al posto delle storiche mattane, spacciate per Sgarbi quotidiani. Inviti spesso nelle tue trasmissioni imprenditori capaci che mostrano il lato migliore del genio operoso italico, quindi, ti prego, non dire mai più che coloro che invitano ad andare a votare al referendum, sono dei fighetti. A chi ti riferisci ,a quegli artisti che si sono pronunciati per il sì, pensando di fare un servizio ai nostri mari italiani? Non te lo devi permettere più, sennò mi viene da pensare che il fighetto, caro Porro, sia tu, che ogni settimana sfoggi una nuace diversa di colore dei capelli, e se pur elegante, quel ricciolo che fa capolino una volta a destra, una volta a sinistra nella chioma, incornicia un pensiero troppo arzigogolato, in nome della libertà di pensiero.
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