Ovvero parole in libertà. Ma se il primo ne fece una forma d’arte, il secondo ne fa un uso distorsivo della comunicazione, o meglio, dell’acchiappagonzi. Pensateci. Divenne famoso con il concetto della rottamazione del vecchio nel suo partito, poi in effetti mandò a casa tutti gli ex PCI ( e molti se lo strameritavano) salvando però tutta l’ala ex democristiana, imponendo al paese un Presidente del Consiglio e uno della Repubblica di quell’area. Fine della rottamazione. Poi venne il tempo del governo dei sindaci, perché loro sì, radicati sul territorio e quindi a contatto con la gente vera. Non si preoccupò particolarmente se poi molti di quelli erano indagati per concussione o venivano da territori in odore di mafia. L’importante è che fossero di provenienza democristiana. L’esempio più fulgido è il sor Graziano da Reggio (Emilia) divenuto sindaco per mancanza di veri candidati di sinistra, passato per la sua città senza infamia e senza lode, o meglio, legato al non fare, non vedere, non sentire. Si scoprì poi, quando viaggiava verso Roma, che Reggio era ‘ndranghetista come e più della sua omonima calabrese. Ma lui nulla sapeva, nulla sentiva.
Tornando al nostro, ha proclamato più riforme di quanto se ne potesse pensare, per ora ne sono nate pochine e molte volte storte. Quando se la vede brutta, ricorre alla classica elemosina diffusa, come il suo partito d’antan faceva sotto elezioni. Poi difende questa elemosina che non rilancia l’economia, appesantisce le casse dello Stato e però distoglie l’attenzione delle persone dai problemi veri. Quanto sia riformatore ce lo ricorda l’Europa, che continua a predicare che in Italia non si fanno le riforme. Lui allora salta su e dice “è vero !” e fa subito un decreto risibile, che cadrà nel vuoto o anche peggio, ma di ciò verrà accusata l’opposizione, anche se ha una maggioranza ormai bulgara sia alla Camera che al Senato. La verità è che tenta di ridurla, questa maggioranza, per poter scaricare le colpe. Insomma, il ragazzotto fiorentino è ormai archiviabile come il clone dell’idea politica che già sorresse Berlusconi. Interessi particolari o di parte, annichilimento degli avversari, non con vere riforme, ma con chiacchiere. Tante, troppe. E, se pensate che anche gli altri ne fanno tante, ricordate che le chiacchiere sono quelle che approdano a molti, quelle fatte in TV. Allora capirete perché il nostro, se potesse, vivrebbe a canali unificati.
Devi accedere per postare un commento.