Perché si voterà a settembre (e Renzi governerà con Berlusconi) – Paolo Madron

 Ora è tutto chiaro. Nella nebbia di una legge elettorale su cui fino a ieri sembrava impossibile trovare la quadra ecco che emerge la fatidica soluzione: si torna al proporzionale, sul modello tedesco opportunamente acconciato, cosa che ineluttabilmente prefigura un governo di larghe intese tra Pd e Forza Italia. Insomma, la riedizione di quel patto del Nazareno che, a sentire Berlusconi, naufragò quando Renzi fece di testa sua tradendo l’accordo per l’elezione del capo dello Stato. A sentire l’ex premier, perché il Cav aveva tirato troppo la corda sulla tutela dei suoi affari che quel patto doveva garantire.

URNE APERTE TRA QUATTRO MESI. Conseguenza della ritrovata alleanza è che si voterà a settembre. E se le intenzioni verrannno mantenute con una soglia di sbarramento, il 5%, che estirperà molti dei cespugli che oggi hanno radici in parlamento. A cominciare da Alfano e i suoi, ovvero coloro che dopo lo scisma da Berlusconi con un peso politico esiguo hanno esercitato un potere di interdizione enorme. Ma anche i protagonisti dell’altro scisma, gli ex padroni della ditta che hanno lasciato il Pd, che stando ai sondaggi non passeranno le forche caudine.

Entro ottobre il governo italiano dovrà presentarsi a Bruxelles con una manovra lacrime e sangue

Basterebbe questo a vanificare gli sforzi di alcuni ex padri nobili dell’Ulivo, Romano Prodi in testa, per un rassemblement di tutte le forze di sinistra onde scongiurare l’incubo della vittoria grillina e insieme gli accordi con Silvio, l’arcinemico di sempre. Numericamente le forze a sinistra del Pd sono irrilevanti, e soprattutto talmente divise su tutto che pensare ad alleanze è un’ipotesi velleitaria. E poi ci sono troppi signori tentenna che non sanno da che parte andare, vedi l’ex sindaco di Milano Pisapia che si sta ancora crogiolando nell’idea di poter tenere insieme gli opposti, ovvero Renzi e gli scissionisti di Articolo 1.

MANOVRA LACRIME E SANGUE IN VISTA. Ma, al di là di alchimie e schieramenti, la vera ragione per cui si vuole andare alle elezioni settembrine è un’altra. Entro ottobre il governo italiano dovrà presentarsi a Bruxelles con una manovra lacrime e sangue – si parla di almeno 40 miliardi – per rientrare nei parametri di quel patto di stabilità che sarà stupido quanto si vuole (copyright Prodi) ma che il ritrovato asse franco-tedesco ha fatto capire di voler mantenere.

Renzi ha capito che farla prima del voto vuol dire vedersene intestata la paternità, fornendo così a grillini e leghisti una formidabile arma di propaganda per una campagna elettorale contro l’Europa matrigna e lontana che vuol comandare in casa nostra. Dunque meglio che sia l’ex premier a farla, e con la più ampia base di consenso possibile (di qui la necessità di imbarcare Berlusconi) con cui aumentare il suo potere negoziale a Bruxelles. Con un presupposto: che dopo questo correre in fretta e furia a elezioni anticipate, per le quali si prefigura una inedita campagna agostana, siano lui e la sua trasversale coalizione a vincere.

Da: Lettera43

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