Pensionati, precari e prese per i fondelli

Tutti uniti, partiti, sindacati e governo per asciugare le lacrime della Fornero, per cancellare l’ “odioso” blocco delle indicizzazioni sulle pensioni fino a 1.400 euro. Tutto politicamente molto corretto, solo che nessuno dice che quasi tutte quelle pensioni, anche le più modeste, sono più alte dei contributi versati e quindi vengono pagate dai lavoratori più giovani, per lo più precari. Poi è vero che non si vive affatto bene con pensioni da 500 o 800 euro, già va meglio a 1.400, però quelli sono gli stipendi di uno stagista o di un giovane al primo impiego, che non hanno certo la rivalutazione annuale. Del resto in Germania le pensioni salgono se sale la produttività , cioè la ricchezza, altrime nti restano dove sono. Questo è molto equo, perché è la produttività , non la demagogia, che fa salire i salari. La demagogia distribuisce le ricchezze future, crea debiti e iniquità . Per questo dovrebbe piangere la Fornero: perché parta il PIL e i giovani abbiano salari e contratti dignitosi altrimenti , se oggi piangono loro, domani piangeranno loro e i pensionati. Nè si risolve il problema di un welfare troppo generoso, anche se straccione, aumentando le tasse. Per quella strada piange anche il ceto medio, ma non si consolano i ceti meno abbienti. Continuano a ridere solo i privilegiati delle caste: politici, burocrati e raccomandati. Crescita ed equità , predica il nuovo governo, ma della prima non c’è traccia e la seconda va ancora verso le categorie forti. Per ora abbiamo visto il rigore delle tasse, ma per quella strada si arriva al rigor Montis.

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