Pd, partito Stato

Fortuna-2014-03-24-In-bicicletta-con-Renzi Questo è un momento topico per il Pd, controlla il governo nazionale, con alleati genuflessi, controlla tutte le regioni, eccezione fatta per Lombardia, Veneto e Liguria, controlla la quasi totalità delle città capoluogo, con l’eccezione del Veneto, mentre in Liguria ne controlla 4 su 4 e in Lombardia: Mantova, Cremona, Pavia, Milano Brescia, Bergamo, Lecco e qui si fermano i miei ricordi. Controlla l’80% dei comuni e tutte le grandi città con l’eccezione della Napoli di De Magistris.  Controlla la tv e tutte le aziende di Stato, ha uomini di fiducia nelle Fondazioni e nelle principali banche.  Una concentrazione di potere mai vista in un solo partito, mentre l’opposizione è debole e divisa, non nei numeri, ma nelle proposte politiche. Questo potere rischia di diventare ancor più inamovibile con la nuova legge elettorale e ancor più onnipotente con la riforma costituzionale. Potere grande nelle mani di un solo partito, potere grandissimo nelle mani di un solo uomo, Renzi, Premier e segretario, con poteri superiori a quelli di Togliatti. La sintesi è che abbiamo un uomo solo al comando, con una quota elettorale di poco superiore al 30% degli elettori, una quota con cui si governano le aziende, non un Paese. Volente o nolente, l’Italia è oggi l’unico Paese, con l’Ungheria di Orban, in cui il potere è nelle mani di un solo uomo.  Vista razionalmente, la cosa presenta aspetti positivi: un certo decisionismo giovanilistico ha smosso un Paese esasperatamente immobile, sono state fatte , male, numerose riforme, ma, come ai tempi del craxismo, il debito cresce, quando vi sono le condizioni per farlo calare. Ammesso che ci muoviamo, che abbiamo una leadership spregiudicata, che l’Italia sta cambiando, che la narrazione è efficace, viene da domandarsi dove siano i valori di lungo termine, si liberalizza il mercato del lavoro, ma solo per i neo-assunti del privato, non per gli statali, nel mentre si blocca Uber, favorendo i  tassisti. Senza un disegno organico, si procede per strappi, per contingenze e il PD, trasfomato in un comitato elettorale che digerisce tutto, dai ras meridionali, ai transfughi di destra, di centro e di sinistra, rischia di diventare sempre di più un comitato d’affari, come era il PSI. Ogni giorno i cellulari portano via esponenti del partito, accadeva anche prima, ma la rete di protezion, non regge più, sono troppi e con tanto potere saranno sempre di più, se i magistrati faranno il loro dovere, senza paraocchi.  Anche il governo non è immune da pratiche sconvenienti, in un gioco addirittura familistico, che vede coinvolti padri, fratelli e compagni di vita, per cose simili Cancellieri , De Girolamo e Lupi sono stati allontanati, come è accaduto alla Guidi. La Boschi no. Non rimpiangiamo il terzetto precedente, riconosciamo a Elena Boschi ogni virtù, i Guidi erano adusi a stare coi vincitori, sia destra o sinistra, ma una bilancia con due pesi e due misure, è una bilancia da truffatori.

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