Candidati del PD alla regione Emilia

News2011-170 Con la scelta della squadra dei sei candidati Pd alla Regione emiliana, si è chiuso un tormentone, ma non il tormento degli esclusi. La Masini protesta perché nelle primarie farlocche aveva avuto, a suo dire, più consensi e parla di un partito senza democrazia, ma a parte una breve stagione, in quel partito ha sempre regnato il centralismo democratico e quindi dovrà farsene una ragione. Certo almeno la possibilità di correre potevano concedergliela, ma il rischio era che potesse essere eletta e si sa, i renziani non fanno prigionieri. Pure l’ex segretario provinciale Roberto Ferrari è riemerso dalle nebbie per dire che è stato bocciato dalle correnti, ma per uno che ha consentito ai casalesi di costruire un pezzo del suo comune, sarebbe stato più opportuno accontentarsi della nuova posizione e starsene in disparte. Cosi i bersaniani schierano la loro coppia Mori e speriamo Malavasi, contro i seguaci di Delrio, che candidano Rossi e la Soncini. Il nuovo che avanza presenta due giovani di bell’aspetto nati nell’apparato, il primo deve aver iniziato come D’Alema dai giovani pionieri e terminato il ruolo di sindaco, è andato ad infoltire la nutrita schiera di reggiani che hanno trovato riparo e stipendio presso la Presidenza del Consiglio, a cui si accede per chiamata e senza lauree o master. La seconda presenta come curriculum l’aver lavorato come consulente della Regione o più probabilmente per qualche consigliere o per il gruppo, anche li si accede per chiamata. Per carità, tutto legittimo, ma prassi antica. I rinnovatori potevano pescare tra le decine di reggiani che studiano o lavorano ad Harvard, New York, Okland, Parigi, Londra, Toronto, solo per citare alcune località, oppure alla Ferrari, alla General  Electric, a Bloomberg, alla Ernst Young, alla Boston Consulting, ad Unicredit, Intesa ,ecc… Tutti all’estero, dove la parola merito ha un senso e non è uno spot da talk show. Non poteva mancare una Prodi, sebbene non si sappia se è una bandiera, o possa scombinare i giochi, essendo tra l’altro l’unica candidata cittadina e si sa quanto il capoluogo sia determinante. Comunque lo stipendio è buono, il lavoro leggero e il concorso è per quattro posti, più facile che lavorare in General Electric, o semplicemente essere assunti da Mc Donald

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