La cosiddetta area centrale degli elettori italiani, che Ferrara sul suo “Foglio “ ha definito con ironia, “centro cocchiero”, non è composta solo dagli amici sovra rappresentati nell’attuale Parlamento,quelli che hanno goduto di un assurdo premio di maggioranza, ma da moltissimi di coloro ( quasi il 50%) che alle ultime elezioni europee non sono andati a votare o hanno votato contro gli avventurismi sbracati. Faccio parte anch’ io di quella ampia schiera di “democristiani “ e “popolari “ che non si ritrovano nel tripolarismo uscito dalle ultime elezioni politiche ed europee.
Non crediamo al renzismo rampante, espressione di un trasformismo politico della sinistra che non potrà durare, anche se avevamo sperato che avviasse un vero cambiamento sulle cose che contano per l’ Italia in questo momento di quasi recessione (economia, lavoro, conti pubblici, spending review).
Nè mi sento di fare il tifo al berlusconismo, dopo aver visto fallire la sua promessa di “rivoluzione liberale”,sia di fronte ad un Cav. disarcionato e condannato, che pareva sul viale del tramonto,ma che adesso con questa riforma del Senato, risulta alla fine proprio lui il vincitore, ringalluzzito addirittura, tanto che Renzi invece di andare al Senato a impalmarsi per la vittoria e a fare i sorrisi alla ministra Boschi, ha fatto un semplice twitter sul suo sito.
In fondo si può dire che il “patto “ è servito all’uomo di Arcore piuttosto che al piè veloce ex.sindaco fiorentino. Rimaniamo convinti che il patto del Nazareno sia un patto sciagurato che, se attuato nella versione originale del combinato disposto riforma del Senato- legge elettorale “Italicum “porterebbe il sistema istituzionale italiano in una situazione peggiore di quella prevista dalla famigerata legge Acerbo, di infausta memoria, che ha consolidato il regime fascista al potere.
Sentenze della Corte Costituzionale prima e della Cassazione poi, ci assicurano che l’attuale parlamento di nominati illegittimi, non avrebbe nemmeno la competenza e la legittimità per legiferare modifiche così sostanziali della Carta; compito semmai di un nuovo parlamento eletto con regole costituzionalmente corrette e di un’assemblea costituente.Una riforma come quest’ultima, votata solo da mezza aula senatoriale, fuori Sel, Lega e 5 Stelle e una trentina di parlamentari del PD e di Forza Italia.
Purtuttavia credo che sia tempo di un sano realismo e di una seria valutazione delle forze reali in campo. Mi auguro che i vari spezzoni della futura “costituente popolare”, capiscano l’urgenza di ricostruire una unità di un polo centrale, di dare un taglio ai personaggi per tutte le stagioni, siano capaci di evitare la riduzione a “mosche cocchiere” del partito dominante, sia il PD o per converso Forza Italia.
Abbiamo un’unica certezza: di fronte ai grandi problemi posti dal turbo capitalismo e del predominio della finanza, l’unica risposta organica è ancora una volta giunta, nel deserto delle culture politiche, dalla dottrina sociale della Chiesa. Molti onorevoli ,cattolici impegnati , hanno fatto mostra di essere andati alla Messa del Papa. Purtroppo, questi signori di antico o fresco lignaggio, la DSC se la sono dimenticata nei fatti o non la conoscono colpevolmente. Vediamo quindi con interesse l’iniziativa di autorevoli amici di area cattolica-popolare tesi ad organizzare la nuova Camaldoli, interessati a tradurre nella “città dell’uomo” quegli orientamenti cristiano sociali e a costruire un nuovo soggetto politico laico, popolare, democratico, riformista, europeista, ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano che si collega alla migliore tradizione dei popolari europei: De Gasperi, Adenauer e Schuman.
Non so se quelli della mia generazione vedranno realizzata questa prospettiva, sono convinto che prima o poi questa esigenza diventerà più evidente, che non sarà dal patto del Nazareno che potranno derivare le risposte di cui l’Italia oggi ha bisogno. Mi consola anche il fatto che il deputato costituzionalista Renato Balduzzi, presidente reggente di Scelta Civica, e che fa parte dell’attuale maggioranza, commentando l’approvazione da parte del Senato in prima lettura del ddl (chiamato il Renzi-Boschi) abbia messo in chiaro che “Un primo importante passo e’ stato fatto. Niente sarebbe stato peggio di un nulla di fatto, l’opinione pubblica non ce l’avrebbe perdonato. Nel merito però va detto con chiarezza che vi sono molte cose migliorabili e la lettura della Camera dei deputati servira’ a questo, cosi’ da permettere – con tutte le modalita’ rese possibili dall’art. 138 della Costituzione e nei tempi individuati da Governo e Parlamento nel Documento di Economia e Finanza 2014 – di arrivare alla definitiva approvazione”. Quindi adelante pedro! , il piè veloce fiorentino se continua così non solo sfianca i “suoi “ ma, quel che è peggio, anche il Paese, che invoca invece urgenti riforme non per i suoi disegni politici ma per il bene della comunità ( ripresa economia, lavoro, ecc. ). Alla fine è stato proprio lui a “sdoganare “ l’uomo…che adesso ride, più che al Pase, alla faccia dei duri e puri del PD.
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