Renzi non ci sommerge solo di parole e annunci, come già faceva Berlusconi, ma, essendo un fanatico dei social, ogni giorno ci invia un tweet grondante di ottimismo. Ora, data la scarsa propensione di chi scrive all’opportunismo, vediamo se questi tweet sono veri o verosimili, se cioè la borsa è di Gucci o non si tratta di una copia venduta sul lungomare da ambulanti africani. I dati Istat di fine anno segnalano che:
-la disoccupazione ha raggiunto il massimo storico
-la pressione fiscale è salita di un altro 0,7%, raggiungendo il 40,7%
– il rapporto deficit-pil nel terzo trimestre 2014 è arrivato al 3,7%
con il governo Letta stava al 2,6%, la nota positiva viene dal fatto che il reddito delle famiglie è aumentato dell’1,8%, in virtù degli ottanta euro, che peraltro sono una delle ragioni dell’aumento del debito. Inoltre la gente tende a risparmiare perché si aspetta nuove tasse, non essendo state tagliate le spese,come l’aumento delle aliquote iva e la stangata Imu sugli immobili in seguito alla rivalutazione degli estimi catastali, sovente superiori ai valori di mercato. Con quale effetto sugli immobili è facilmente intuibile, il 70% della ricchezza privata è proprio negli immobili, bisognerebbe tenerne conto, quando si ciancia di tasse e di debito pubblico garantito dai risparmi delle famiglie.
Dal punto di vista economico, l’unico dato veramente buono è quello dell’export, ma copre il 35% circa del Pil italiano, l’indice PMI del commercio a dicembre era a 42,8, sotto 50, indica contrazione. I consumi di energia elettrica sono in contrazione, non perché siamo ecologici, ma semplicemente perché più poveri. Molti parlano di ripresa, in particolare Renzi e Padoan, ma è una “balla” dettata da una lettura rituale di una crisi che rituale non è. Come è possibile che dopo la distruzione di imprese avute in questi anni, si possa tornare al Pil precedente? In questi anni oltre un milione di imprese e famiglie sono risultate insolventi verso il sistema bancario, queste sono fuori dal processo di produzione della ricchezza e dei consumi, anzi spesso vivono in povertà, non sempre dignitosa. Per non parlare delle altre centinaia di migliaia che vivono sull’orlo del burrone, rateizzando tutto, comprese le tasse che uno Stato vampiro fa costantemente salire. Con un Paese vecchio anagraficamente e come struttura, con meno imprese, con meno consumatori, si possono avere ripresine, non guarigioni. Io voglio bene al premier, se da lui viene del bene agli italiani, ma non m’importa di passare per gufo, perche ignorare questi dati vorrebbe dire essere irresponsabili. Matteo, come lo chiamano adoranti i suoi seguaci, twitta ogni giorno che c’è la luce in fondo al tunnel, di questo passo sarà quella votiva dei lumicini dei cimiteri, ma non quelli veri, quelli del Paese di Pulcinella.
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